Attualità
Una poesia per Oreste Martinazzo
Si può morire in un giorno d’estate
mentre il mondo immagina
le spiagge, il mare, gli amori,
tutto quello che è fatto di sabbia
è lasciato alle maree, alla sera,
se decidiamo di camminare ai bordi dell’oceano
sappiamo che le nostre impronte non avranno un domani…
si può morire ai bordi di un bosco,
ma un albero non uccide per sempre,
caro Oreste, cadere insieme ad un albero
vuol dire, cadere insieme agli anni
di chi l’ha visto,
alle speranze di chi l’ha avvicinato
senza nemmeno sapere
che da lassù cadono lacrime di resina
che sono l’essenza di un mondo
che ci lascia appiccicati al destino
ma a contatto del cielo.
Ora è il momento delle domande,
delle lacrime, di quei perché
che non possiamo trovare noi
che nasciamo per caso come i funghi
di questa pazza estate,
ma quando tra mille sere,
il ricordo avrà preso il sopravvento,
sono certo che chi ti ha amato
proverà piacere a camminare
tra i boschi, e li ti verrà a cercare,
perché il destino causato dagli uomini
non è lo stesso di quello voluto dagli alberi.
Caro Oreste,
si può nascere e si può morire in un giorno d’estate,
non ci sono risposte vere,
se non quell’idea che ti ha fatto scegliere
di vivere tra gli alberi…
quando un albero cade
segna per sempre una stagione della vita.
Ciao Oreste…
Alberto Scicolone
La rubrica di Alberto Scicolone viene pubblicata ogni mercoledì sulla Nuova Provincia di Biella
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