Attualità
Una donna ogni 15 minuti
25 novembre 1960, Repubblica Dominicana, tre sorelle, attiviste che si opponevano al dittatore Trujillo, vennero brutalmente uccise dalla polizia di regime. A loro l’ONU nel 1999 ha dedicato la giornata mondiale per le attività a sostegno delle donne contro la violenza di genere.
Nel Biellese questa ricorrenza è stata l’occasione per portare l’attenzione sulla piaga della discriminazione femminile, tramite incontri presso l’ospedale, centri commerciali, scuole e associazioni.
Parlarne è determinate per incoraggiare le donne a denunciare i soprusi di cui sono vittime.
Superando timori e omertà, e abbattere i preconcetti che distolgono l’attenzione dalle cause di questo dramma. Secondo la Polizia, ogni giorno in Italia 88 donne subiscono atti di violenza: una ogni 15 minuti. Tra le mura di casa viene commesso l’85% dei reati, perpetuati nella maggior parte dei casi dai partner o da familiari.
I dati diffusi dall’ISTAT, proprio lo scorso 25 novembre, hanno tuttavia fornito un resoconto allarmante sulla percezione che gli italiani hanno degli atti violenti contro le donne: per il 24% degli intervistati le donne possono provocare violenza sessuale con il modo di vestire e per quasi il 40% una donna è in grado di sottrarsi ad un rapporto sessuale se davvero non lo desidera. Troppe persone ancora ignorano che le violenze domestiche rappresentano la maggioranza dei casi e che si insidiano dietro finti amori che confondono la passione con il possesso, la gelosia con la violenza, la protezione con il dominio.
Sebbene Einstein sostenesse che è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio, si deve continuare a lavorare per abbattere gli stereotipi di genere, iniziando in famiglia, con un’educazione al rispetto a cui vanno abituati gli uomini sin da quando sono bambini e con l’incoraggiamento a sostenere la presenza femminile nella vita pubblica e nei ruoli istituzionali.
Se anche noi uomini diventassimo più civili, si potrebbero avverare i versi di una bellissima canzone di Giorgio Gaber, in cui auspica un mondo di donne talmente belle da non aver bisogno di uniformarsi all’immagine del nostro sogno.
Vittorio Barazzotto
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