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Una coppia biellese nella Spagna rimasta al buio
Vincenzo e Josefa raccontano l’esperienza: «È stato come tornare nel 1700 all’improvviso»

Una coppia biellese nella Spagna rimasta al buio. «È stato come ritornare all’improvviso nel Settecento. È difficile immaginare la sensazione. Diamo l’energia elettrica per scontata, ci rendiamo conto di quanto dipendiamo da essa solo quando ci viene a mancare».
A parlare sono Vincenzo e Josefa, per tutti più semplicemente Jose. Marito e moglie biellesi che nei giorni scorsi si trovavano in Spagna e hanno vissuto il blackout pressoché totale verificatosi lunedì.
Una coppia biellese nella Spagna rimasta al buio
I due coniugi sono nella loro seconda casa di Torrevieja, località di mare situata a sud, nella provincia di Alicante.
«È iniziato tutto poco dopo mezzogiorno – raccontano -. Abbiamo ricevuto il segnale della disattivazione del sistema antifurto. Pensavamo fosse semplicemente saltato il contatore. Uscendo fuori, però, ci siamo accorti che anche la farmacia e lo studio dentistico di fronte avevano lo stesso problema. La luce non tornava».
La conferma che non si trattava di una banale interruzione di corrente è arrivata poco dopo. «Ho sentito mia sorella al telefono – spiega Jose – e mi ha detto che anche lei era senza corrente, pur vivendo a 100 chilometri di distanza da dove eravamo noi…».
La situazione è andata gradualmente peggiorando.
«Per fortuna abbiamo la bombola a gas, quindi siamo riusciti a pranzare – continua a raccontare Jose -. Molti si sono dovuti arrangiare perché da queste parti buona parte delle cucine è elettrica. Nel frattempo mio marito è andato un po’ in giro per cercare di capire come fosse la situazione. Quando è tornato, mi ha detto che alcune persone erano rimaste senza acqua corrente. Lì per lì non ho pensato di fare un po’ di scorta e ho fatto male: poco dopo l’acqua è sparita anche da noi».
Candele
Nel timore che il problema non venisse risolto entro la sera, la coppia è andata a procurarsi delle candele. «Ci siamo organizzati – proseguono -, anche perché iniziavano a circolare voci sulla possibilità che servissero almeno 72 ore per ripristinare la corrente. Gli unici negozi rimasti aperti erano quelli dei cinesi, gli altri avevano chiuso quasi tutti. Anche i supermercati, perché senza elettricità potevano fare ben poco. Qualche lavoratore, poverino, è rimasto pure chiuso in negozio perché aveva la porta con apertura e chiusura elettrica… Noi ci siamo procurati qualche candela e una pila. Andavano a ruba anche i ceri da cimitero. Poi, quando siamo tornati a casa, ci è venuto in mente che avevamo il freezer pieno, così ci siamo messi a cucinare più cibo possibile per evitare di doverlo buttare».
Non solo la luce e l’acqua, anche le comunicazioni hanno pesantemente risentito del black-out.
«Abbiamo cercato di ridurre al minimo il consumo delle batterie dei cellulari – spiegano – perché non sapevamo quando saremmo riusciti a ricaricarle. Ma quello non era l’unico problema. Praticamente non c’era più campo, se non in rari punti. Vicino a un supermercato, ad esempio, ci si è accorti che c’era la linea e a quel punto si è riempito di persone che provavano a telefonare e a scrivere ai propri cari da lì».
Molteplici disagi

Josefa e Vincenzo a Torrevieja, insieme a Mario, un altro italiano, ma originario della provincia di Potenza, che vive in Spagna, dove gestisce un bar poco distante da dove la coppia biellese ha la propria seconda casa
Oltre a questo, ovviamente, altri mille disagi: niente bancomat, nessuna possibilità di far rifornimento di carburante.
«Da noi per fortuna la corrente è tornata verso le 22, anche se internet era ancora fuori uso – aggiunge Vincenzo -. Dico per fortuna, perché una soluzione del genere, se prolungata, può crearti davvero parecchi problemi».
I due coniugi biellesi hanno comunque vissuto con relativa serenità la situazione. «Non potevamo farci nulla – conferma Jose -, potevamo solo aspettare. L’aspetto più strano è stato vedere la strada riempirsi di persone che cercavano di capirci qualcosa. La preoccupazione più grande forse era per i telefonini mezzi scarichi, perché non è piacevole l’idea di non poter contattare nessuno in caso di urgenza o necessità. Io in generale ero tranquilla. Anzi, in certi momenti mi è anche scappato da ridere. Tipo quando a un certo punto mio marito mi ha chiesto di provare a sentire cosa dicessero al Tg. Certo, e come l’accendevo la televisione? Diciamo che per certi versi è stato anche istruttivo: abbiamo realizzato che senza elettricità siamo davvero perduti».
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