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Un’opera d’arte per ricordare Deborah Rizzato

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Trivero non dimentica Derborah Rizzato. Domani pomeriggio sarà inaugurata un’opera d’arte realizzata da “Materiali di scarto” di Torino dedicata a Deborah Rizzato e a tutte le donne vittime di violenza.

Trivero non dimentica Derborah Rizzato. Domani pomeriggio sarà inaugurata un’opera d’arte realizzata da “Materiali di scarto” di Torino dedicata a Deborah Rizzato e a tutte le donne vittime di violenza. Il ritrovo  è fissato sabato alle 17 al teatro “Giletti” di Ponzone. Interverranno senatrice Nicoletta Favero, don Giampaolo Pauletto e Gerlando Ingoglia di “Materiali di Scarto2, la dottoressa Paola Pomati del Cissabo, la dottoressa Luisa Ronco e Flaviana Desogus dello sportello antiviolenza, Rita De Lima dell’associazone Voci di donne. A seguire letture e musiche a tema, seguirà aperitivo.
In concomitanza dell’evento internazionale del 25 novembre, la giornata contro la violenza sulle donne, l’Amministrazione comunale di Trivero ha ritenuto opportuno dedicare un’opera d’arte a Deborah Rizzato e a tutte le donne vittime di violenza.
 Deborah è stata vittima di violenza nel nostro territorio comunale il 22 novembre 2005 e   questo accaduto ha contribuito  a dare impulso alla stesura della legge contro lo stalking da parte del Parlamento italiano. Crediamo importante ricordare il sacrificio di questa giovane donna, perché sia di monito per tutti, ma in particolare per le nuove generazioni. Per tale motivo l’Amministrazione intende rinnovare ogni anno, nella ricorrenza del 25 novembre, eventi che tengano vivo l’interesse su questa tematica.
L’opera è stata realizzata dal laboratorio “Materiali di scARTo” di Torino che con materiali di recupero realizza esperienze artistiche, ridando fiducia e speranza a persone in difficoltà.
Il lavoro sarà presentata alla popolazione al Teatro Giletti, ma troverà la sua collocazione definitiva nella sala consiliare del municipio di Trivero.
Era il novembre del 2005 quando il corpo della giovane operaia venne trovato senza vita da alcuni colleghi che stavano entrando al lavoro. Era stata abbandonata lì dal proprio aguzzino, in un parcheggio, sulla la neve che era caduta la sera prima. I carabinieri si misero a cercare Emiliano Santangelo, una sfilza di reati alle spalle e soprattutto uno stalker. Perseguitava Deborah da anni: nel 1995 l’aveva violentata ed era stato condannato. Poi erano continuate le minacce, i pedinamenti, fino all’omicidio. La uccise con diverse coltellate, investendola. Il tutto fuori dalla fabbrica dove lei stava andando a lavorare. Santangelo venne arrestato e accusato di omicidio, ma si uccise in carcere qualche mese dopo.

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