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Un ministro per ricordarci di esistere

Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana

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Meno psicologia e più scuola. Ci vorrebbe un’équipe socio-psico pedagogica stabile nelle scuole. L’ho sentito dire stamane di sfuggita dalla psicologa Maria Rita Parsi, onnipresente in tv.

Biella ha un ministro. L’ultima volta risale a tempi recenti, con la nomina di Lucia Azzolina al Ministero dell’Istruzione in quota al Movimento Cinque Stelle. Un’esperienza relativamente breve e molto discussa quella della giovane titolare di un dicastero difficile in un periodo ancor più difficile segnato dalla pandemia.

Lucia Azzolina era comunque una biellese di adozione, viste le sue origini siciliane. Per ritrovare un altro biellese ministro occorre risalire ai tempi di Giuseppe Pella. In realtà Pella ministro lo fu più volte e fu anche presidente del Consiglio tra il 1953 ed il 1954. Il neoministro biellese nominato sabato scorso dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è Gilberto Pichetto Fratin.

Un passato nel partito repubblicano prima di confluire nelle fila di Forza Italia, svariati incarichi prima a palazzo Oropa, poi in Regione tra cui quello di assessore al Bilancio, sottosegretario nel governo Draghi. A Pichetto va riconosciuta, più che ad altri biellesi che in diverse epoche hanno varcato le soglie dei palazzi romani, una buona interazione con il territorio biellese e la capacità di recapitare a Biella risorse destinate al mondo imprenditoriale, promozioni turistiche come l’inserimento nel patrimonio Unesco del Sacro Monte di Oropa, la realizzazione del palasport.

Con lui mi trovai in disaccordo solo quando, in tema di sanità pubblica, mi chiese nel corso di un’intervista, se personalmente ritenevo più utile l’ospedaletto sotto casa con il cappuccino e la brioche ogni mattina o un centro davvero specializzato in grado di garantire cure ad alto livello, sia pure a qualche decina di chilometri di distanza. Gli dissi che avrei voluto entrambi, perché il malato ha diritto ad un trattamento di riguardo come ha diritto ad ottenere cure adeguate in un contesto sanitario il più possibile prossimo ai suoi affetti.

In quel frangente non stavamo parlando la stessa lingua. Ma oggi, con gli affanni che il Biellese vive, anche se il dicastero di Pichetto è quello all’Ambiente, cioè forse l’unico settore che nel nostro territorio non è in sofferenza, la presenza di un ministro biellese potrebbe rappresentare un punto di riferimento. A condizione che lo stesso Pichetto voglia continuare ad esserlo. Più di quanto non abbiamo saputo esserlo i biellesi che hanno frequentato i palazzi romani dopo gli anni d’oro di Giuseppe Pella.

Giorgio Pezzana

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