Attualità
Un 2024 nero per chi cerca personale
Nel 2024 il Piemonte ha registrato la difficoltà di reperimento di manodopera
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Un 2024 nero per chi cerca personale
Un 2024 nero per chi cerca personale
A fine 2024 il disequilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro si conferma essere una piaga alla quale dover porre rimedio. Le aziende cercano personale, possibilmente specializzato, ma non si trovano candidati. È un bene per la società che i laureati siano in aumento, anche se la media in Italia è ancora tra le più basse rispetto alla media europea, tuttavia le imprese, soprattutto medio-piccole, ricercano figure con altre competenze, più tecniche e manuali.
Tra l’altro, mentre la previsione di nuove assunzioni per il primo trimestre 2025 a livello nazionale è in leggero calo del -0,2%, proprio le micro e piccole imprese invertono il trend con un aumento del +1,7%.
Se analizziamo le imprese artigiane in particolare, il Piemonte è tra le regioni più in sofferenza nella ricerca di personale, posizionandosi al quinto posto a livello nazionale. Nel 2024 il Piemonte ha registrato la difficoltà di reperimento di manodopera pari a 61,7%, superiore al dato nazionale del 55,2%, mentre nel 2023 la percentuale di difficile reperimento era del 57,7%. La situazione è dunque peggiorata.
Analisi
Analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese su dati Unioncamere-Anpal Excelsior.
“È una delle criticità più percepita dalle nostre aziende – spiega Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – soprattutto perché non ci sono soluzioni rapide. E il bisogno è ora. Il lavoro c’è, la difficoltà è trovare le figure. Mancano soprattutto lavoratori negli ambienti tradizionali: edilizia, costruzioni, muratori, idraulici, serramentisti e mancano competenze legate alla digitalizzazione. Nelle scuole non si insegna più la cultura del lavoro da 40 anni. Abbiamo bisogno di tecnici, di professionalità e di riqualificare i ragazzi implementando anche il rapporto tra imprenditori e istituti professionali. Inoltre, il riorientamento dell’economia verso la transizione digitale potrebbe ampliare il disallineamento qualitativo tra domanda e offerta di lavoro, a meno di un collegamento più efficace tra sistema formativo e mercato del lavoro”.
In realtà nell’arco di tre anni l’occupazione dei giovani in Italia è cresciuta ad un tasso doppio della media europea. Tra il 2021 e il 2024, ultimi dodici mesi a giugno, gli occupati under 35 in Italia sono saliti di quasi mezzo milione (454mila), pari ad un incremento del 9,2%, un tasso doppio rispetto al +4,6% della media UE e superiore al +4,9% della Francia e al +4,5% della Germania. Esiste però un dato da non sottovalutare, ossia che 1 milione 495mila giovani tra i 25 e i 34 anni al secondo trimestre del 2024 sono risultati inattivi.
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