Attualità
Treni: ancora beffe
Studentessa vede partire la coincidenza davanti al suo naso. «Inaccettabile non attendere pochi minuti i pendolari»
Treni: ancora beffe. Scene già viste, ma non per questo meno esasperanti.
Quello di martedì scorso è stato solo l’ennesimo capitolo della saga dei ritardi dei treni diretti alla stazione San Paolo. E questa volta ha avuto come protagonista una studentessa biellese, costretta, per una manciata di minuti, a veder partire la coincidenza sotto il suo naso.
Treni: ancora beffe
Eppure sarebbe bastato davvero poco per evitarlo. «Il treno da Milano Porta Garibaldi diretto a Torino viaggiava con 11 minuti di ritardo ed è arrivato a Santhià alle 18.56. Quello per Biella, anch’esso in ritardo di 4 minuti, partiva alle 18.58 invece delle 18.54. Non ci hanno dato nemmeno il tempo di scendere dal primo convoglio e cambiare binario. Abbiamo corso e fatto anche un video al treno diretto a Biella San Paolo, che ci è partito davanti, per documentarne l’assurdità. Il capotreno ha aspettato solo il regionale proveniente da Torino, che era in orario, e non si è preoccupato di noi. Per 11 minuti di ritardo mi sono ritrovata a dover aspettare un’altra ora a Santhià».
La frustrazione è palpabile. Ma il racconto non si ferma qui. «La cosa ancora più incredibile? Il treno per Biella è partito con quattro minuti di ritardo ma è arrivato alla stazione San Paolo un minuto prima del previsto, alle 19.17. Avrebbe quindi potuto aspettare anche noi provenienti da Milano e invece non l’ha fatto. Avrebbe potuto fermarsi due minuti per farci salire. E invece…».
Come se non bastasse, oltre il danno anche la beffa. «Il rimborso? È previsto se il singolo convoglio è in ritardo di almeno un’ora. Trenitalia non considera le coincidenze perse per colpa dei ritardi accumulati precedentemente. Io sono arrivata a casa un’ora e mezza dopo ma questo a loro non importa».
Altri disagi
I disagi non sono mancati nemmeno il giorno successivo. «Al mattino molti treni avevano ritardi di sei, sette, nove minuti, ma ormai quella è diventata prassi. Nel primo pomeriggio abbiamo dovuto litigare con il controllore affinché avvisasse il treno per Biella di aspettare chi stava arrivando da Milano con soli tre minuti di ritardo. Altrimenti si sarebbe ripetuta la brutta esperienza del giorno precedente. A chi viaggiava nel tardo pomeriggio è andata ancora peggio. Il treno delle 17.50 da Santhià diretto a Biella aveva 42 minuti di ritardo. Quello delle 18,54 è stato soppresso. Quello delle 17.40 da Milano Porta Garibaldi diretto a Torino Lingotto 64 minuti di ritardo. E mi fermo qui, altrimenti l’elenco diventa infinito».
Con una nota amara, la pendolare conclude: «Poi ci vantiamo di ospitare mezzo milione di Alpini. Speriamo che non vengano in treno, altrimenti sarà un disastro».
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