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Torna l’ora legale: tra una settimana lancette avanti di un’ora
La modifica temporale porta con sé un vantaggio significativo legato al risparmio energetico

Torna l’ora legale: tra una settimana lancette avanti di un’ora. Tra pochi giorni dovremo salutare per qualche mese l’ora solare, spostando le lancette dei nostri orologi. Ma solo quelli analogici, perché per i digitali l’aggiornamento è solitamente automatico.
Si dormirà, come sempre, un’ora in meno, ma potremo contare su un’ora di luce solare in più e su giornate più lunghe.
Torna l’ora legale: tra una settimana lancette avanti di un’ora
Nel 2025 l’ora legale tornerà nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo. Alle 2 di notte dovremo spostare le lancette avanti di un’ora: le 2 diventeranno dunque le 3. L’orario viene spostato durante la notte per evitare problemi durante il giorno alle attività quotidiane e lavorative.
L’ora legale resterà in vigore per sette mesi, fino all’ultima settimana del mese di ottobre. Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, infatti, tornerà l’ora solare.
Secondo gli esperti, il cambio dell’ora potrebbe avere conseguenze e ripercussioni sulla salute. Il ritmo circadiano che regola i tempi di sonno e veglia potrebbe essere modificato, provocando vari disturbi del sonno. Potremmo notare, in particolare nei primi giorni, stanchezza, affaticamento, disorientamento, difficoltà a concentrarsi, cambiamenti repentini dell’umore. Tutto questo potrebbe rispecchiarsi in problemi a scuola, sul lavoro, nelle relazioni personali.
L’abolizione dell’ora legale
L’ora legale è una convenzione che più di un secolo fa è stata siglata per risparmiare energia. Nei sette mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha minori consumi per 340 milioni di kWh, che rappresentano il fabbisogno medio annuo di 130mila famiglie. E un risparmio economico di più di 75 milioni di euro.
A livello europeo c’è una discussione in corso da qualche anno. C’è chi vorrebbe eliminare il cambio dell’ora, perché lo trova inutile e fastidioso. E chi lo vuole mantenere, per il risparmio energetico che comporta. I paesi del Nord Europa spingono per l’abolizione, ma anche in Italia sono state raccolte delle firme per poter avere la stessa ora tutto l’anno. Al Parlamento Europeo la battaglia è iniziata nel 2015. Ma nel 2023 l’esecutivo ha deciso di attenere che tutti gli stati possano trovare una soluzione su un tema che divide.
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