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Tempio crematorio, il Comune risolve il contratto con Socrebi

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Tempio crematorio, il Comune mette alla porta Socrebi.

Tempio crematorio, comunicata la risoluzione definitiva del contratto

Nella giornata di oggi il Comune di Biella ha notificato la risoluzione definitiva del contratto al raggruppamento temporaneo di imprese composto da Socrebi e Vezzani, con in prima linea la famiglia Ravetti, che dall’8 marzo del 2015 gestiva la struttura.

Un nuovo bando per la gestione

Entro 20 giorni il Comune rientrerà materialmente in possesso del tempio crematorio. Successivamente verrà realizzato un nuovo bando per la gestione della struttura. A comunicarlo nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Oropa, nel primo pomeriggio di oggi, sono stati il sindaco Claudio Corradino e gli assessori Silvio Tosi e Davide Zappalà, che hanno seguito da vicino la vicenda.

Difficile dire oggi quali saranno i tempi. La speranza dell’amministrazione è di riuscire ad arrivare al bando entro l’autunno per vedere tornare in funzione il forno la prossima primavera.

“Un atto dovuto innanzitutto nei confronti dei cittadini”

“Si tratta di un atto dovuto – ha spiegato il primo cittadino – innanzitutto nei confronti dei cittadini e per l’immagine negativa che per mesi questa vicenda ha portato alla città di Biella. Con l’atto pubblico di oggi avviamo una procedura che in primis tocca la moralità di tutti i biellesi, perché ci sono principi e valori legati a nostra storia e alla nostra comunità che devono prevalere su qualsiasi altro interesse o sviluppo. Sappiamo perfettamente che ad ogni azione segue sempre una conseguenza e siamo pronti ad affrontarla, convinti che questa sia l’unica strada, tra quelle che si profilavano all’orizzonte, da poter imboccare”.

Possibile contenzioso legale per l’indennizzo

Il riferimento del sindaco è all’indennizzo che dovrà essere riconosciuto ai precedenti gestori: “Abbiamo preso un avvocato di uno studio inglese con sede a Milano, che specificamente si occupa di project financing, e abbiamo seguito quello che tra tutti i pareri legali avuti ci è sembrato il consiglio migliore. Sicuramente dovremo indennizzare la ditta, perché lo prevede la legge. La natura dell’indennizzo sarà probabilmente stabilita da un contenzioso in tribunale, tenendo anche presente il danno economico e d’immagine che abbiamo subito”.

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