Attualità
Straordinaria spedizione in Antartide dell’alpinista biellese Gian Luca Cavalli
L’alpinista biellese Gian Luca Cavalli, con due compagni, è partito ieri alla volta di Ushuaia in Argentina (Terra del Fuoco), da qui si imbarcherà sulla “Ice bird”, barca a vela che condurrà il trio fino alla penisola antartica dove è il loro obiettivo principale: esplorare e scalare alcune delle cime ancora inviolate. Lo yacht sarà anche il loro campobase. Alcune vette sfiorano i 5 mila metri. Ma a rendere difficile alla vita agli scalatori indubbiamente saranno le condizioni climatiche. L’Antartide è il luogo più freddo sulla terra, un enorme calotta glaciale che copre il continente di circa il 90%. La temperatura media del continente si assesta sui -49 gradi. A gennaio, il mese più caldo, si assesta a circa -28.
Gian Luca Cavalli è accademico del Club alpino italiano, nonché istruttore della Scuola nazionale di alpinismo Guido Machetto del Cai Biella.
«Arrampicare in Antartide credo sia qualcosa di speciale – dice Cavalli in un’intervista pubblicata sul sito del Cai di Biella -. Ci pone la sfida di interagire in modo più responsabile con l’ambiente naturale di cui siamo tutti parte. Non dobbiamo danneggiare ciò su cui ci affidiamo per la nostra sopravvivenza, dobbiamo farne uso senza distruggerlo per condividerlo con altri. La nostra scelta ci definisce come persone e non solo come alpinisti dell’Antartide».
Gian Luca Cavalli ha arrampicato in Kirghizistan aprendo nuove vie e nel 2017, nella spedizione “TransLimes” ha scalato una cima inviolata nel Karakorum pakistano battezzandola “Cima Biella”. Per quella spedizione alpinistico-esplorativa Gianluca Cavalli, ha ottenuto la nomination a Piolets d’Or, gli “Oscar dell’alpinismo”, con grande visibilità mediatica. Con Gianluca ci sarà il compagno di tante avventure, il genovese Marcello Sanguineti e l’amico bellunese, alpinista cineoperatore, Manrico Dellagnola.
«Viviamo la passione per l’alpinismo nel tempo libero, in un continuo “gioco a incastri’’ con famiglia e lavoro. Vogliamo raccontare e far conoscere agli appassionati di montagna una spedizione realizzata da alpinisti in terre remote che, nell’immaginario collettivo, sono prerogativa di chi pratica l’alpinismo per professione» aggiunge Cavalli nell’intervista al Cai.
Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook