Attualità
Sporting Club, parla il mitico fondatore Italo Caucino
“L’idea della discoteca? Mi venne dopo aver visto un concerto di Elvis a Las Vegas”
COSSATO – Italo Caucino ha festeggiato 90 anni lo scorso dicembre. Proprio lui, il fondatore della discoteca Sporting Club di Santhià, nonché fautore di molte altre iniziative di successo.
Italo Caucino, novantenne fondatore del mitico Sporting Club, si racconta
«Sono residente in città dal 1963, ma sono nato nel 1933 a Vallanzengo, un piccolo paese di poche centinaia di abitanti, da una famiglia modesta e onesta – scrive, sì, scrive perché la sua storia arriva scambiandoci pensieri, tramite servizi di messaggistica istantanea. Data la sua età, dice di voler procedere così -. Completate le scuole elementari, ho iniziato le professionali a Mosso. Partivo da casa alle 5.30 del mattino, a piedi, anche con la neve».
L’infanzia, la guerra e la fabbrica
«Camminavo con gli operai che andavano a lavorare nelle fabbriche di Campore, di Valle Mosso e di Mosso. Erano momenti difficili e pericolosi, perché c’era ancora la guerra. Era il 1945. Dopo la scuola, sono andato a lavorare in fabbrica a Vigliano Biellese, con la bicicletta. Erano anni in cui veniva tanta neve e per me era faticoso, ma avevo imparato a muovermi nell’ambiente duro del lavoro. Nel tempo poi ho capito che potevo creare e gestire attività».
Dal tessile allo… Sporting Club: “L’idea? Mi venne dopo aver assistito a un concerto di Elvis a Las Vegas. Era un sogno difficile, ma non impossibile”
Negli anni Sessanta, Italo Caucino ha avviato un’azienda tessile a Brusnengo. «Funzionava bene – prosegue -, peccato che in quel periodo il settore aveva avuto dei problemi e io ero stato costretto a vendere l’attività. Erano anni in cui viaggiavo. Avevo girato il mondo, dall’Europa all’Asia e negli Stati Uniti e a Las Vegas avevo assistito a un concerto di Elvis Presley. Così mi era venuta l’idea di creare una grande discoteca. C’era un prato vicino all’ingresso dell’autostrada di Santhià. Lì poteva sorgere. Era un sogno difficile da realizzare, ma non impossibile».
L’inaugurazione della discoteca nel 1974 con un concerto di Baglioni
«A progettare lo stabile – ricorda – era stato l’architetto bulgaro Nicolay Diulgheroff. Era un locale bello, futuristico, con le colonne in acciaio e la pista da ballo che per i concerti si sollevava. Aveva le luci multicolore che si riflettevano sulle colonne, creando un effetto sbalorditivo. L’architetto, prima di idearlo, mi aveva portato a vedere altri locali, anche lo Sporting di Montecarlo. Da lì la scelta del nome dato alla discoteca, “Sporting Club”. L’avevo inaugurata il 7 dicembre 1974 con un grande concerto di Claudio Baglioni a cui migliaia di persone erano venute ad assistere. Era stato un successo clamoroso. Era un locale avveniristico, diventato famoso. Aveva ottenuto l’attenzione di cantanti italiani e stranieri».
Negli anni Ottanta Caucino aprì anche il negozio d’abbigliamento Bli Blò, nella galleria della Standa
L’intraprendenza porta Caucino ad avviare, negli anni Ottanta, un negozio di abbigliamento femminile a Biella, il Bli Blò, che nei decenni a seguire è diventato molto popolare.
«Si trovava in quella che oggi è la ex galleria Standa – precisa -. Tutto bene fino al 2015, anno in cui, con i miei oltre 80 anni, mi ero ammalato, dovendo ricoverarmi diverse volte all’Ospedale di Biella. La situazione mi aveva costretto a ritirarmi da ogni attività. Questa è la storia della mia vita» scrive ancora.
Allo Sporting Club passarono tantissimi artisti, da James Brown a Barry White, da De André a Zucchero e Lucio Dalla
La conversazione prosegue attraverso l’invio di immagini dei cantanti celebri che si erano esibiti nella sua discoteca, da Ray Charles, concerto del 9 aprile 1978, a James Brown, Barry White, Miguel Bosè e tantissimi altri.
«Ricordo i Rockest, che con il loro spettacolare concerto avevano creato un’esplosione di luci, poi un bagliore bianco dall’alto li aveva illuminati, teste rasate, facce e tute argentate, sembravano alieni arrivati da un altro pianeta. La gente era rimasta sbigottita, sembrava un film di fantascienza. E poi erano venuti quasi tutti i cantanti italiani degli anni Ottanta e Novanta, oltre a Baglioni, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè e poi Adelmo Fornaciari all’inizio della sua carriera, che è diventato Zucchero, tanto per citarne alcuni».
«Altri personaggi come Gino Bramieri e Mike Bongiorno, che venne a condurre le feste di Capodanno. Ricordo Ezio Greggio e i suoi originali spettacoli di cabaret, un’anticipazione del successo che avrà con “Striscia la notizia”. Con la disco dance erano arrivati i Dj Cristiano Gatti, Maurizio Di Maggio ora Dj di Radio Montecarlo, e negli anni Ottanta i Dj della radio, da Claudio Cecchetto a Linus e Fiorello – conclude Italo Caucino -. Negli anni Novanta il locale aveva cambiato nome, in Beverly Hills, ed erano arrivate le orchestre di ballo liscio, dai Casadei al mio amico Genio dei Pierrot. Ancora oggi lo Sporting (oggi Beverly Hills) è un gran bel locale».
Anna Arietti
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