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“Sono a rischio i servizi legati alla scuola”

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“Tutti i diritti acquisiti stanno diventando sacrifici da sostenere”. Con queste parole il primo cittadino di Quaregna, Katia Giordani, lancia il suo grido di dolore.

“Tutti i diritti acquisiti stanno diventando sacrifici da sostenere”. Con queste parole il primo cittadino di Quaregna, Katia Giordani, lancia il suo grido di dolore.

“Siamo alle prese con la stesura del bilancio di previsione e i dati che stiamo raccogliendo non sono a nostro favore – spiega -. Lo Stato ha inasprito fortemente i parametri del patto di stabilità da rispettare. Questo, tradotto in pratica, significa che non possiamo più fare grandi progetti. Allo stato attuale anche fare manutenzione ordinaria diventa difficile. Stiamo considerando soltanto piccoli interventi. Mi domando, a questo punto, a cosa servano le figure dei Sindaci. I giochi sono già fatti. Proprio in questi giorni stiamo predisponendo un trasferimento di 27 mila euro per coprire i costi della mensa scolastica, che è un servizio a domanda individuale e comporta un costo molto elevato per il nostro Comune”.

I servizi pubblici a domanda individuale sono le attività gestite dall’amministrazione; non sono intraprese per obbligo istituzionale, ma vengono utilizzate su richiesta dell’utente e, per legge, non sono erogate gratuitamente. “Un buono mensa – prosegue – costa ai residenti e ai bambini provenienti dai comuni convenzionati di Cossato e di Cerreto Castello, 4,69 euro. Il costo reale del pasto però è di 5,35 euro. A carico dell’Amministrazione ci sono ben 66 centesimi per ogni buono mensa emesso, ogni giorno, ai quali dobbiamo aggiungere anche tutte le facilitazioni legate alle fasce Isee, che chiaramente sono a nostro carico, come pure i costi di riscaldamento del locale. Questo importo entra nelle spese, parte corrente del bilancio, che per effetto speculare ricade nella contropartita delle entrate. In parole più trasparenti significa applicare tasse ai cittadini. Con ventisettemila euro ripartiti sui circa millequattrocento abitanti, otteniamo un costo pro capite di 18,78 euro all’anno. Un costo davvero alto da sostenere. Per non parlare del servizio di scuolabus. Il pulmino, un vecchio Mercedes 711, conta quarantasette posti e trasporta da cinque a otto bambini, ogni giorno. E’ inaudito sostenere questo servizio per così pochi utenti. Per il prossimo anno scolastico dovremo  fare attente valutazioni. Sicuramente – conclude Katia Giordani – da settembre dovremo convocare a confronto i genitori e le insegnanti. Per poter mantenere il servizio, su quarantasette posti, sarà necessario impegnarne almeno la metà. In alternativa, i genitori dovranno, nostro malgrado, optare per altre soluzioni”.

Anna Arietti

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