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Slot machine spente otto ore al giorno

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Il Tar del Piemonte ha respinto anche nel merito, dopo aver detto no alla richiesta di sospensiva urgente, il ricorso di alcuni tabaccai della città contro l’ordinanza che ha limitato gli orari di funzionamento di videopoker e slot machines.
Le venti pagine di sentenza sono state consegnate alle parti l’11 luglio e sono il secondo atto dell’iter giudiziario aperto dagli operatori del settore dopo i provvedimenti con i quali il sindaco Marco Cavicchioli ha dato seguito alle disposizioni della legge regionale, che ha chiesto ai Comuni piemontesi di far spegnere per almeno tre ore al giorno le macchine per il gioco d’azzardo autorizzato, nel tentativo di fronteggiare il fenomeno della ludopatia.

Il Tar del Piemonte ha respinto anche nel merito, dopo aver detto no alla richiesta di sospensiva urgente, il ricorso di alcuni tabaccai della città contro l’ordinanza che ha limitato gli orari di funzionamento di videopoker e slot machines.
Le venti pagine di sentenza sono state consegnate alle parti l’11 luglio e sono il secondo atto dell’iter giudiziario aperto dagli operatori del settore dopo i provvedimenti con i quali il sindaco Marco Cavicchioli ha dato seguito alle disposizioni della legge regionale, che ha chiesto ai Comuni piemontesi di far spegnere per almeno tre ore al giorno le macchine per il gioco d’azzardo autorizzato, nel tentativo di fronteggiare il fenomeno della ludopatia.
L’ordinanza in vigore dal 12 settembre, che ha implementato e parzialmente modificato quella già firmata a luglio, obbliga i gestori a disattivare videopoker e slot machines tra le 7 e le 9, tra le 12 e le 16 e dalle 23 all’una di notte, per un totale di otto ore di stop giornaliero, cinque in più del minimo richiesto dalla legge regionale. Alla fine di ottobre era arrivato il primo pronunciamento del Tar che aveva respinto la richiesta di sospensiva urgente dell’ordinanza. La sentenza di questi giorni conferma l’indirizzo espresso in autunno dai giudici. Tra le ragioni che hanno orientato la decisione in questo senso, come si legge nella sentenza, “né nell’ordinamento nazionale né in quello europeo la libera iniziativa economica è un valore che trova tutela in forma assoluta o a discapito di beni concorrenti quale la salute”. Secondo i giudici l’ordinanza di Biella appare “adeguata e proporzionata”.
Il gioco d’azzardo patologico (definito anche azzardopatia o genericamente e impropriamente ludopatia) è un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi. Il  giocatore d’azzardo patologico mostra una crescente dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nell’apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche (facendosi prestare i soldi e coprendosi di debiti) e trascurando gli impegni che la vita gli richiede.

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