Attualità
Sempre più attività imprenditoriali aperte da stranieri
Nel Biellese però si registra solo un +2,1%, la crescita più bassa di tutte le province piemontesi
Sempre più attività imprenditoriali aperte da stranieri. Ad avviare un’impresa in Italia sono spesso solo cittadini extracomunitari, o quasi.
Negli ultimi 10 anni le imprese guidate da titolari nati all’estero sono aumentate del 29,5% (il valore assoluto è pari a + 133.734). Quelle invece a cui a capo c’è un italiano sono scese del 4,7% (- 222.241). Una situazione legata soprattutto al trend demografico degli ultimi anni nel nostro Paese e che la dice lunga sulle difficoltà degli imprenditori, grandi e piccoli.
Sempre più attività imprenditoriali aperte da stranieri
A produrre questo importante report, il Centro studi dell’Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre. Un’analisi prodotta alcuni giorni fa e ripresa dai principali organi d’informazione, economici e non. Bazar, banchi dei mercati, negozi di alimentari, botteghe di frutta/verdura, bar e ristoranti sono dunque a conduzione straniera. Ma ci sono anche cantieri edili e in alcuni settori manifatturieri la presenza degli stranieri è in crescita.
Il fenomeno è molto articolato e complesso, con diverse possibili letture. Alcuni esperti sostengono addirittura che in alcuni comparti stia avvenendo un “effetto sostituzione”: le imprese straniere starebbero rimpiazzando quelle autoctone. Altri segnalano che gli immigrati presentano una propensione ad aprire la partita Iva perché ritengono più dignitoso lavorare da autonomi, anziché come dipendenti.
In linea generale, secondo l’analisi dell’ufficio studi «chi apre un’attività imprenditoriale dimostra di aver attivato un percorso di inclusione importante. Perché è stato costretto a rapportarsi con istituzioni pubbliche, istituti di credito, commercialista e fornitori».
Non mancano le problematiche
Non tutto è rose e fiori nel rapporto economico. Non sarebbero poche, secondo il documento, le attività a guida straniera aperte per eludere o evadere il fisco. Oppure per commercializzare merce di dubbia provenienza quando non dichiaratamente contraffatta. Da qui i ben noti problemi di concorrenza sleale rispetto ad imprese italiane del medesimo settore.
Nel Biellese
Sul piano biellese, i dati sono piccoli e quindi poco incoraggianti rispetto alla salute economica del territorio. Tra le province piemontesi spetta ad Asti il primo gradino del podio, con una crescita del 35,2%. Poi Torino (32,7%), Alessandria (27,9%), Verbania (26,2%), Cuneo (23,9%), Vercelli (14,2%) e Novara (12,9%). Biella è quindi il fanalino di coda con un modesto + 2,1%.
In termini assoluti il territorio che ne ospita di più è la città metropolitana di Milano con 92.168 unità. Seguono Roma con 69.343 e Torino con 37.777.
Il commercio e l’edilizia sono i due settori economici dove si trova il maggior numero di imprenditori stranieri. In riferimento alla nazionalità, gli imprenditori maggiormente presenti in Italia sono i romeni, seguiti da cinesi, marocchini e albanesi.
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