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Scalare le vette che non servono

La Biella che piaceVa

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Biella in fondo non è poi tanto male.
Le Vette, questa parola apparentemente innocua sta riempiendo i quotidiani locali da giorni. La notizia della creazione di un nuovo centro di aggregazione ai margini della contea sta generando non poco malumore.
Il fatto curioso (ma non troppo) è che questa creatura in fase di gestazione sembra piacere solo a chi l’ha pensata. Spulciando tra i vari commenti social (termometro più o meno attendibile del malumore cittadino) ci siamo resi conto che l’entusiasmo per questa notizia sfiora quasi quello che c’è stato per la chiusura del ponte della tangenziale.
Queste Vette Retail Biella che promettono negozi, discoteche, Cinema multisala con 7 sale, cioè Sette sale a proiettare film che manco fossimo a Los Angeles, stanno facendo angosciare i gestori dei cinema cittadini che, Verdi di Candelo escluso, tremano l’idea che qualcosa di nuovo possa minare il loro monopolio di teli sgualciti, servizi igienici imbarazzanti, impianto audio stile Radio Mivar della nonna e termosifoni spenti.
Quello che invece fa “tremare” i cittadini e vedere un centro città già cadavere esalare l’ultimo respiro a scapito di una cosa che nessuno vuole, nessuno ha chiesto e che in sostanza non serve, se non per ridare lustro a un’area dismessa, ma per farlo era proprio necessario “distruggere” altro?
Non siamo esperiti del settore e ci affidiamo solo al buonsenso di chi vede più che una soluzione, un palliativo forzato, spostare le masse da un posto all’altro con la convinzione che, passato l’entusiasmo iniziale, il tutto si trasformi nell’ennesimo mausoleo dello spreco e del superfluo.
Biella ne ha già viste di situazioni simili, basti pensare al Cda e annessa sala Bingo, ma questa è un’altra storia.
In conclusione Le Vette (se mai vedranno la luce, cosa di cui comunque dubitiamo) saranno l’ennesima dimostrazione di come la cosa pubblica sia gestita di pancia e non di testa, con un occhio al portafoglio e l’altro alle elezioni 2024, già le elezioni, quale scusa migliore per far naufragare il tutto con un “ci siamo sbagliati” o se vinceranno gli altri con un più laconico “si sono sbagliati”.
Le Vette, sì, quelle che riusciamo a raggiungere ogni volta che scaliamo la montagna del ridicolo, ovviamente made in Biella.
La Biella che piaceVa

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    21 Novembre 2023 at 8:18

    E con la rubrica inutile, si completa il ciclo delle opinioni medievali a proposito del nuovo che non ha alcuna pretesa di prendere il posto del vecchio. Qualunquismo e populismo a profusione anche qui in “La Rubrica che fa peNA” che ammette di trarre ispirazione dai commenti sui social, vera cassa di risonanza dell’ignoranza popolare, dell’ottusità e del qualunquismo. E si continua a sostenere l’insostenibile a proposito di un centro cittadino che non esiste più da 20 anni (almeno) o che nuove attività non possano essere d’aiuto al tessuto economico biellese (e il centro di Biella non rappresenta ne l’intera Biella ne tanto meno il biellese). Si scende nel ridicolo quando si passa al ritornello relativo ai cinema cittadini, come se a Biella ci fossero dei cinema degni di questo nome e non fatiscenti e antiquate sale che non sono adatte nemmeno ai cinepanettoni, considerando che chi ama il comfort si deve spostare a Borgovercelli per trovare la prima multisala degna di essere chiamata cinema. Ma probabilmente sono commenti anche questi che arrivano solo dal pressapochismo personale dell’autore, alimentato dai social, e dal fatot che al cinema non c’è mai stato o non ci va così spesso. Tra le righe si legge un augurio di fallimento del progetto e non c’è cosa peggiore di continuare a sostenere questa strategia della commiserazione, dell’amarcord della gloria che fu e a sognare che qualche inetto rivoluzioni e rivitalizzi con milioni di euro un centro cittadino brutto e vuoto che nulla ha da offrire, artisticamente e commercialmente, a potenziali turisti. Patetico.

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