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Rischia di annegare per salvare il cane dell’amico

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«Ho visto la morte in faccia, pensavo di non uscire più vivo da quella maledetta lama».

«Ho visto la morte in faccia, pensavo di non uscire più vivo da quella maledetta lama».
Queste sono le parole pronunciate da  Marco Rinaldi, l’uomo di 36 anni che con estremo coraggio ha rischiato la vita buttandosi in acqua nel tentativo di  salvare il cane di un amico. «Venerdì scorso, io, la mia compagna Gessica,  i due bambini e Ginger, il cane di un mio amico (un bellissimo esemplare di Pitbull) avevamo deciso di trascorrere due giorni all’aria aperta – spiega -.  Ci siamo così recati al lido di Borriana, presso la famosa passerella. Dopo aver montato la tenda, abbiamo fatto conoscenza di  alcune persone che erano accanto a noi con il camper. In serata, ci siamo messi a cenare tutti insieme. Il giorno dopo, dunque sabato, io e uno dei nostri vicini che si chiama Angelo, abbiamo deciso di pescare. Eravamo tranquilli e spensierati con le canne da pesca in mano, quando tutto d’un  tratto ho sentito Gessica urlare: “Marco, Ginger è caduto in acqua e non riesce più ad uscire”. A qual punto – continua Marco -, ho visto dov’era l’animale e senza esitare un attimo mi sono tuffato.  Dopo aver nuotato per qualche metro, sono andato a finire in una piccola lama e non riuscivo più a venirne fuori, si era formato intorno a me un vortice.  Angelo, vedendomi sbracciare ha capito tutto e si è buttato in acqua. Quando mi ha raggiunto ha provato a tirarmi fuori, ma il  tentativo è stato vano, dopo qualche secondo ha mollato la presa, ed io mi sono ritrovato con la testa sott’acqua.  A quel punto tra me e me ho pensato: “Marco questa volta è finita”. Dopo pochi secondi, Angelo ha riprovato  a tirarmi fuori, e con tutta la sua forza fortunatamente è riuscito. Ricordo solamente i suoi occhi, erano sgranati dalla tanta energia che aveva in corpo in quel momento. Quando mi ha riportato a  riva ho pensato che l’incubo era finito». Intanto il cane era riuscito da solo a raggiungere la terra ferma, difatti, è stato ritrovato da Gessica,  in un punto non molto lontano da dove Marco ha rischiato la vita. «Quello che mi ha dato veramente fastidio di questa terribile esperienza – prosegue l’uomo, è stata l’indifferenza di molta gente che in quel momento si trovava li per prendere il sole. Mi viene in mente un’immagine che  porterò dentro di me per tutta la vita:  mentre cercavo di uscire dall’acqua, ho visto alcune persone che al posto di dare una mano ad Angelo, erano tranquilli con i loro telefonini in mano e mi scattavano fotografie.  A mio avviso, si tratta di un gesto veramente vergognoso, spero che a nessuno di loro venga in mente di metterle in rete, altrimenti ne dovranno poi rispondere davanti alle autorità preposte. Vorrei invece ringraziare pubblicamente Angelo  – conclude Marco – per avermi salvato la vita, il suo nome gli calza a pennello. Il suo è stato un gesto eroico».
A queste parole fanno eco anche quelle della sua compagna  Gessica: «La cosa più importante è che si siano salvati entrambi. Mi sono spaventata veramente tanto. Sia io che i miei bambini abbiamo trascorso dei minuti di vero terrore».

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