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Reddito di cittadinanza, quando si perde

Il nuovo meccanismo per favorire la ricerca di lavoro

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La stretta annunciata dal governo sul reddito di cittadinanza c’è ed è duplice. Il Comitato scientifico per la valutazione del sussidio presieduto dalla sociologa Chiara Saraceno, esperta di welfare e figura di spicco del governo Draghi, ha dato infatti l’ok a due proposte di modifica. Quella più importante riguarda l’ipotesi di perdita del sostegno economico: l’addio al reddito di cittadinanza scatta se, in caso di seconda offerta lavorativa, il beneficiario non accetta un lavoro anche temporaneo, della durata di tre mesi. Via il sussidio se si dice “no” alla seconda offerta di lavoro, dunque, anche per impieghi lontani dalla residenza del destinatario (oggi il lavoro deve essere collocato a 250 chilometri da casa). Finora era data al percettore del reddito di cittadinanza la possibilità di rifiutare tre proposte di lavoro.

Reddito di cittadinanza: quando si perde il sussidio rifiutando il lavoro e quando c’è il taglio

La seconda modifica dell’impianto del beneficio “anti povertà” riguarda invece il taglio di cinque euro ogni mese in caso di rifiuto di offerta di impiego. La soglia massima del taglio rimane a trecento euro mensili. Questa riduzione non si applica alle famiglie i cui componenti sono inoccupabili o finché c’è un componente minore di tre anni o affetto da disabilità grave. Infine, anche la mancata presentazione al Centro per l’impiego dopo una convocazione farà decadere il beneficio.

La stretta sul reddito di cittadinanza definita dal Comitato scientifico per la valutazione del sussidio dovrà ora passare per le “vie” politiche, con una discussione parlamentare per rendere effettive o meno le modifiche. Il reddito di cittadinanza rientra tra le misure inserite nella Legge di bilancio approvata dal governo Draghi. Il sostegno “anti povertà” è stato rifinanziato, ma con alcune novità.

Come si legge sul sito del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, si tratta di una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, un sostegno economico a integrazione dei redditi familiari. Tale misura è sostanzialmente un patto che viene stipulato tra lo Stato e il disoccupato: lo Stato mette a disposizione della persona senza lavoro degli aiuti economici “in cambio” della sua partecipazione a un percorso di reinserimento lavorativo e sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo, appunto, un patto per il lavoro o un patto per l’inclusione sociale.

Il nuovo meccanismo per favorire la ricerca di lavoro

La misura è entrata in vigore dal 6 marzo 2019. Come stabilito dal decreto legge 4/2019, chi fa richiesta del reddito di cittadinanza è obbligato a seguire un percorso personalizzato di inserimento lavorativo e di inclusione sociale. E proprio a questo percorso fa riferimento una delle modifiche alla misura inserita nella Legge di bilancio approvata dal governo e presentata dal premier Draghi e dai ministri Daniele Franco e Andrea Orlando. La novità sostanziale relativa al reddito di cittadinanza, infatti, consiste nell’introduzione di un nuovo meccanismo per favorire la ricerca di lavoro da parte dei percettori.

È prevista anche una stretta sui controlli e sui reati che impediscono di accedere alla misura. “Condivido il principio del reddito di cittadinanza, ma bisogna che abbia un’applicazione che sia esente da abusi e non sia da intralcio al funzionamento del mercato del lavoro”, ha spiegato il presidente del Consiglio Draghi presentando le nuove regole della misura. “È chiaro che il sistema precedente non ha funzionato, è stato un disincentivo al funzionamento del mercato del lavoro, almeno ‘in bianco’, non in nero”, ha aggiunto. Il premier ha anche garantito che d’ora in poi i controlli “saranno diversi e molto più precisi ex ante”.

Subito dopo l’approvazione del testo per la manovra da parte del Consiglio dei ministri, il Parlamento si prepara ad accoglierla pensando già a dove intervenire per le modifiche. Alcuni temi, dal rinnovo del superbonus 110% al reddito di cittadinanza, hanno già sollevato polemiche. Il provvedimento arriva in questi giorni in Senato, da dove comincia l’esame del testo.

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