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Quelle gite avventurose a Oropa Bagni…

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oropa bagni

Leggendo giornali e siti, tra mercoledì e giovedì, mi sono imbattuto in quella che immagino a qualsiasi lettore sia apparsa come una notizia tra il macabro e il curioso: nella tranquilla Biella dove non capita quasi mai nulla una banda di imbecilli si è mascherata da carnevale, è entrata nel cimitero di Cossila ed ha profanato due tombe.

A parte il macabro gesto, leggo che si è parlato subito di una setta di satanisti. Simboli disegnati sul pavimento che rimandano al demonio e bare buttate in mezzo al cortile, scoperchiate, sono il risultato dell’incursione e i forti elementi di sospetto.

Cito l’episodio perché ne sto sentendo parlare ovunque, con curiosità. Ma Biella non è nuova a questi presunti “riti”. Quando ero giovane la gita più spaventosa ed avventurosa al tempo stesso che si potesse fare era la visita di Oropa Bagni, dove le leggende narravano di sgozzamenti di animali e messe nere, oltre che di incappucciati che attraverso cunicoli e passaggi segreti occupavano il casolare diroccato sulla strada per Oropa. Miei coetanei ci andavano per provare qualche brivido che li portasse fuori dalla routine del lavoro ed in generale della vita. Ovviamente si trattava di andare ad osservare delle macerie, ma tanto serviva all’immaginario dell’epoca.

Poi il tempo passa, cambiano le mode, e così come cambiano ritornano. Soprattutto, la madre degli imbecilli deve essere sempre incinta e qualcuno di questi figli decide di aderire ad una setta.

Oppure c’è una seconda spiegazione. La seconda ipotesi che spinge quattro o cinque persone ad indossare una tunica nera ed un cappuccio e dopo aver cercato su internet qualche maldestro rito satanico, prodigarsi per metterlo in atto, è legata a una visione molto più triste della realtà. Ha a che fare, oggi più di un tempo, ad una perdita di valori e di punti di riferimento. Non si trovano più esempi, le cronache nazionali non ce ne danno, non lo fa più la scuola (o molto poco), non ci arrivano nemmeno buone pratiche dalla politica (si veda il caso Mattarella-Governo). Tutto è sfumato e confuso. E allora ci si perde di più. E magari ci si inventa un satanismo. E se a prevalere è questa seconda versione, allora più che andare a benedire le bare di due donne morte 50 anni fa, dovremmo invece pensare un po’ di più ai vivi e ad una società che rischia di esplodere se non troviamo valide contro misure. Oggi è il 2 giugno e si festeggia la Repubblica. Da domani però facciamoci tutti un pensiero.

Guido Dellarovere

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