AttualitàValli Mosso e Sessera
Quando la scuola di Mosso salvò l’isola di Budelli dalla privatizzazione
Era il 2016 e l’istituto si adoperò per “preservare” il sito

Quando la scuola di Mosso salvò l’isola di Budelli dalla privatizzazione. La sabbia rosa del litorale all’interno del parco de La Maddalena viene venduta online su una piattaforma dopo essere stata prelevata illegalmente. A renderlo noto l’Associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), in seguito alla segnalazione di alcuni cittadini.
Gli ecologisti hanno avvisato subito il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale regionale, che ha avviato le indagini per risalire all’autore della vendita.
Quando la scuola di Mosso salvò l’isola di Budelli dalla privatizzazione
E alla mente torna la storia della scuola media di Mosso che ormai nove anni fa si impegnò a salvare proprio l’isola dalla privatizzazione. Lo ricorda bene il professor Giuseppe Paschetto, oggi in pensione ma all’epoca insegnante alla scuola media di Mosso.
«Tutto iniziò il 14 febbraio 2016 con la pubblicazione su La Stampa di un articolo che annunciava il ritorno all’asta dell’isola sarda di Budelli. Dopo la rinuncia del miliardario Michael Harte, che aveva avviato la pratica di acquisizione tre anni prima. Giorno più adatto di San Valentino non poteva esserci per l’avvio di un progetto all’insegna dell’amore per l’ambiente. Il miliardario neozelandese si era aggiudicato Budelli all’asta nel 2013 per 3 milioni di euro. Mi ero interessato alla vicenda manifestando sconcerto di fronte al fatto che lo Stato si facesse soffiare un vero gioiello del patrimonio ambientale da un magnate straniero. Uno Stato che lasciava andare addirittura un’intera isola. E che isola! Ero stato colpito dalla assurdità della situazione».
«Cosa successe in seguito? L’Ente Parco Nazionale della Maddalena, che aveva la giurisdizione sulle isole, si mosse con il presidente Giuseppe Bonanno in Parlamento. Affinché venissero messi a disposizione i fondi, in caso di rinuncia dell’acquirente privato, per assicurare l’isola al patrimonio pubblico. Il Parco mise poi una serie di paletti per rendere ardua qualsiasi operazione di carattere speculativo sull’isola. Michael Harte si dichiarò convinto ambientalista e in grado di salvaguardare e valorizzare Budelli».
I dubbi
«All’inizio del 2016 il neozelandese, deluso dalla situazione ostile, rinunciò al progetto e al tempo stesso all’acquisto di Budelli – prosegue il professore -. L’articolo del giornalista Nicola Pinna coincise con un programma di analisi di varie tematiche ambientali che stavo svolgendo nella classe IIB nell’ambito del corso di scienze. Il giorno dopo l’uscita dell’articolo su Budelli lessi quindi in classe il pezzo. Il problema di Budelli veniva affrontato coerentemente con l’approccio scelto. Per dare risposta alla consueta domanda “Cosa possiamo fare noi?”, i ragazzi elaborarono l’idea di scrivere una lettera a La Stampa. Proponendo di partecipare come scuola all’asta e di raccogliere i 3 milioni di euro necessari attraverso una campagna di crowdfunding. Il titolo del progetto sarebbe stato Non si sbudelli l’Italia. Venne inoltre elaborata una serie di proposte per la salvaguardia di Budelli».
«Partì la lettera al giornale e al contempo fu inviato un primo contributo di 75 euro a Legambiente perché si facesse carico di organizzare con noi la campagna. L’obiettivo era quello di acquistare l’isola e mantenerla nel patrimonio nazionale. Gli alunni elaborarono anche lo slogan: «Cinque centesimi per ogni italiano per comprare Budelli». Sarebbe infatti bastato che ogni italiano ci avesse messo quella modica somma e l’obiettivo sarebbe stato raggiunto. Il volto sorridente di Beatriz con una monetina vrebbe presto fatto il giro del mondo».
E da lì partì tutto il progetto di recupero. La scuola biellese fu ospite sui giornali, in tv, arrivò a Budelli. Un’esperienza che quegli studenti dimenticheranno.
LEGGI ANCHE: “Non si sbudelli l’Italia” ora diventa realtà
Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook