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Ponte sulla tangenziale, Provincia e Comune: “Impensabile cinque mesi di chiusura”

Richiesto un incontro urgente ad ANAS

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Ponte su torrente Cervo: impensabile chiuderlo per cinque mesi
Provincia e Comune chiedono ad Anas soluzioni alternative in vista del cantiere per la manutenzione: insostenibile il disagio che la chiusura parziale o totale recherebbero alla città.
Che cosa succede se in un’ordinaria mattina della settimana si limita il traffico sul ponte della Tangenziale? Quello che è accaduto venerdì scorso, 11 settembre, quando è bastata la chiusura di un solo senso di marcia per un sopralluogo della Regione Piemonte in vista dell’apertura di un cantiere, per creare una congestione del traffico insostenibile, da Chiavazza a Biella.

In previsione dei futuri lavori di messa in sicurezza del Ponte sul torrente Cervo programmati da Anas, l’obiettivo è di evitare a tutti i costi una situazione di disagio che si protrarrebbe per alcuni mesi, ossia per tutta la durata del cantiere. Provincia di Biella si è quindi attivata fin da subito in questa direzione e, durante la riunione in Prefettura nei giorni scorsi, alla presenza di Anas, il presidente Emanuele Ramella Pralungo ha espresso forti perplessità in merito alla gestione: «Il percorso alternativo comporterà una grave congestione del traffico in città, anche per via dei mezzi pesanti. Mentre il senso unico alternato causerà certamente un aumento esponenziale dei sinistri, gravi problemi di sicurezza ed è garanzia del formarsi di interminabili code. Occorre ragionare su altre soluzioni».

A rafforzare l’evidenza di queste tesi, nei giorni scorsi è stata inviata una lettera ad Anas, firmata congiuntamente dal presidente Ramella e dal vicesindaco di Biella, Giacomo Moscarola: «Dal punto di vista delle Amministrazioni locali pertanto, tenuto conto della prospettata durata dei lavori – cinque mesi – non pare quindi proponibile, né sostenibile, per la viabilità esistente l’ipotesi di gestire il cantiere attraverso la semaforizzazione o la chiusura totale o parziale della strada. Si invita pertanto ANAS ad individuare soluzioni sostenibili (per alternative viabilistiche, tempi, orari e modalità di esecuzione dei lavori), con le minori ripercussioni possibili sulla viabilità esistente e i minori disagi per i cittadini interessati, nonché per gli utenti della stessa strada statale; soluzioni da sottoporre preliminarmente e concordare con le Amministrazioni locali prima di concludere ogni fase del procedimento progettuale e/o di affidamento ed esecuzione dei lavori».

Decisa anche la presa di posizione del vice sindaco Giacomo Moscarola: «Ci aspettiamo che ANAS concordi con le amministrazioni locali i tempi e i modi dei lavori, nonché i percorsi alternativi o qualunque altra soluzione in grado di impattare il meno possibile sulla viabilità ordinaria. E’ una situazione che sta a cuore a tutti, in primis a questa amministrazione: ci tengo a sottolineare il fatto che ANAS non possa agire d’imperio senza aver concordato con noi e la
Provincia il modus operandi».

E’ quindi fortemente auspicata la convocazione di un tavolo di confronto, al quale gli amministratori sono aperti: «Al momento non si esclude nulla – sottolinea Ramella – si è parlato anche di un’ipotesi di riapertura del “guado”, il cui costo sarebbe a carico di Anas, sempre che sia possibile sostenerlo. Quello che Provincia di Biella e Comune di Biella non intendono accettare è il riproporsi, per cinque mesi consecutivi, della situazione di traffico che si è verificata nella mattinata della scorsa settimana»

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