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“Poliziotti sulla strada e non negli uffici”

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«Voglio una Questura più operativa possibile: il poliziotto non dovrebbe occuparsi delle attività burocratiche, in quanto viene addestrato per fare il poliziotto. Alle Questure sono demandati un sacco di documenti: permessi, passaporti, e tanti altri che tolgono tempo ed energia. Sarà mia premura utilizzare il meno possibile gli uomini negli uffici e più per le attività operative e di prevenzione».

«Voglio una Questura più operativa possibile: il poliziotto non dovrebbe occuparsi delle attività burocratiche, in quanto viene addestrato per fare il poliziotto. Alle Questure sono demandati un sacco di documenti: permessi, passaporti, e tanti altri che tolgono tempo ed energia. Sarà mia premura utilizzare il meno possibile gli uomini negli uffici e più per le attività operative e di prevenzione».
Ha le idee ben chiare il nuovo Questore di Biella, Salvatore Perrone. E’ giunto in città lunedì e mercoledì mattina si è presentato alla stampa. 61 anni, originario di Corato, in provincia di bari, il nuovo Questore ha un curricum a dir poco strabiliante. Appena arruolato ha coordinato il reparto prevenzione crimine di Rosarno, in Calabria. prima ancora aveva diretto l’aliquota della Polizia di Stato della procura della Repubblica di Torino. Ha fatto parte del gruppo Guardie di PS, ma il suo primo vero incarico operativo era stato nel nucleo volanti di reggio calabria, nel ‘77.
La sua carriera è senza dubbio tra le più brillanti: ha comandato il quinto reparto mobile di Torino e, prima di giungere a Biella è stato comandante del Compartimento di polizia Ferroviaria di Piemonte e Valle d’Aosta.
Sposato, è appassionato di tennis e di basket.
Tra l’altro Perrone ha anche un piccolo legame con il Biellese:  «Una zia di mia moglie – ha detto – risiede da queste parti».
In un lungo incontro ha indicato, a grandi linee, quali saranno i principali punti deboli della città su cui intende lavorare: «Intendo adottare – ha detto – accorgimenti minimi per evitare soprattutto le truffe agli anziani che rappresentano una vera piaga sociale»

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