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Ecco perchè voglio diventare maschio

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Ecco perchè voglio diventare maschio. Rende pubblica la sua decisione di cambiare sesso: da donna a uomo, la storia di Edward Montis.

Ha reso pubblica con grande coraggio una decisione molto personale

Ha reso pubblica con grande coraggio una decisione molto personale, ovvero il cambio di sesso da donna a uomo. Stiamo parlando di Edward Montis, studente di 18 anni al quarto anno dell’Istituto tecnico superiore tessile abbigliamento e moda a Città Studi, residente a Candelo. «Ho vissuto fin da piccolo il disagio del nome “Rossella” e dell’avere un corpo femminile – racconta il giovane – Mia mamma ad esempio mi vestiva da bambina, con il colore rosa, ma io non mi ci sono mai abituato. Con il passare degli anni sono state proprio queste banalità a farmi capire chi sono realmente».
Da qui la decisione, maturata nel tempo, di dare finalmente una svolta alla propria vita. Questa scelta è stata raccontata nel corso della premiazione del concorso “Divers* da chi?”, svoltasi giovedì scorso a Città Studi, in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia. «La decisione di cambiare sesso l’ho presa lo scorso 4 settembre, mese nel quale ho compiuto gli anni e sono diventato maggiorenne – continua Edward – La procedura invece l’ho cominciata l’8 marzo, giorno della festa della donna. Si tratta di un iter lungo, che comincia con alcuni colloqui dallo psichiatra, procede con l’assunzione di ormoni e termina con apposite operazioni. Io ho iniziato da poco, sono al primo step e per adesso penso al presente».
Ma quali sono stati i sentimenti provati da un adolescente dinnanzi ad una scelta tanto grande ed importante da prendere? «Nella mia vita ho sofferto tanto – continua – e non ho smesso di soffrire neanche oggi. La differenza è che adesso ho iniziato a reagire al mio dolore. Prima ero molto deluso e triste perchè pensavo di non riuscire a dare una svolta alla mia esistenza, ma da quando mi sono concesso una nuova possibilità ho capito che posso farcela, che sono un guerriero che deve portare a casa il suo “trofeo”. Al momento sto affrontando la fase iniziale dei colloqui con lo psichiatra e non so ancora se riuscirò ad ottenere la certificazione necessaria per cambiare sesso ma sono molto determinato ad andare fino in fondo».
La sua decisione, tanto intima quanto naturale è stata resa pubblica, come si è detto, nel corso di un evento contro l’omofobia a Città Studi. «Ho deciso di fare outing perchè durante la conferenza è stato detto che la transessualità e l’omosessualità sono una scelta e quindi ne ho portato testimonianza, con la mia presenza – continua Edward – Per me parlare di questo argomento è una cosa normale. Sicuramente tra gli episodi più belli della mia transessualità c’è l’aver trovato finalmente un nome che mi faccia sentire a mio agio, Edward infatti mi fa sentire me stesso. I momenti brutti per me sono, al contrario, quando le altre persone continuano a chiamarmi Rossella, che per me è un nome morto. Non tutti, infatti, mi identificano per quello che sono e si rivolgono a me al maschile. C’è da dire comunque che con il tempo ci sono stati dei passi in avanti e anche alcuni professori, ad oggi, stanno rispettando la mia volontà». E per quanto riguarda invece le persone più care e vicine al ragazzo? «I miei genitori sono contenti della mia scelta, vedere un figlio che non si accettava li ha fatti soffrire – commenta – Mia mamma ha avuto una reazione molto toccante quando ha saputo che volevo cambiare sesso, si è commossa. In generale le persone accanto a me, amici compresi, mi hanno sempre accettato e hanno rispettato le mie scelte. Oggi io sto scrivendo il mio futuro, lo sto facendo giorno per giorno anche se non voglio ancora svelare i miei progetti. La cosa bella sarà riuscire a costruire un me stesso stabile, così da creare un futuro molto più tranquillo e sereno del passato».
Per ultimo un appello alle persone che ogni giorno si trovano a vivere ed affrontare la medesima situazione. «Vorrei dire a tutti i lettori che si riconoscono nelle mie dichiarazioni di non essere chiusi in loro stessi ma di essere ciò che realmente sono – conclude lo studente biellese – A loro dico di essere ogni giorno se stessi e di non nascondersi per fare contenti gli altri. Nella vita bisogna cercare di non sforzarsi per essere qualcun altro ma piuttosto di rappresentare al meglio ciò che siamo e non ciò che gli altri vogliono che siamo

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