Attualità
“Perché hai attraversato la strada stulle strisce mentre io andavo così forte?!!”
Ieri mattina, intorno alle 12, ho attraversato a piedi via Schiapparelli, all’incrocio con via Delleani, a Biella. L’ho attraversata sulle strisce pedonali, proprio a ridosso del cartello di stop. Vedo che una Fiat Punto sta arrivando, ma è ancora distante e quindi non me ne preoccupo. Mentre sto attraversando, ho come l’impressione che quell’automobilista si metta ad accelerare. In ogni caso, arrivo senza problemi al marciapiede antistante. Ad un tratto sento urlare: “Guarda quando attraversi la strada!”. Non capisco, resto sbigottito. L’automobilista inizia a gesticolare, agitatissimo. E’ un ragazzo che avrà poco più di 20 anni. Mi avvicino a lui, che resta fermo in mezzo all’incrocio, e gli chiedo qual è il problema.
Riceviamo da un lettore:
Ieri mattina, intorno alle 12, ho attraversato a piedi via Schiapparelli, all’incrocio con via Delleani, a Biella. L’ho attraversata sulle strisce pedonali, proprio a ridosso del cartello di stop. Vedo che una Fiat Punto sta arrivando, ma è ancora distante e quindi non me ne preoccupo. Mentre sto attraversando, ho come l’impressione che quell’automobilista si metta ad accelerare. In ogni caso, arrivo senza problemi al marciapiede antistante. Ad un tratto sento urlare: “Guarda quando attraversi la strada!”. Non capisco, resto sbigottito. L’automobilista inizia a gesticolare, agitatissimo. E’ un ragazzo che avrà poco più di 20 anni. Mi avvicino a lui, che resta fermo in mezzo all’incrocio, e gli chiedo qual è il problema.
“Come qual è il problema? – risponde urlando -. Non hai visto come andavo forte! Devi fare attenzione quando attraversi la strada, perché se poi ti tiro sotto, sono io a finire nei casini”. Gli spiego educatamente che lì ci sono le strisce, che è in prossimità di uno stop, che non si fanno le gare in città.
E che se mi prende sotto, lui finisce nei casini, ma io magari finisco al cimitero o quantomeno all’ospedale.
Per tutta risposta, l’automobilista, che mi sembarva sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente – si accinge ad aprire la portiera della macchina. Io realizzo che se vado avanti nella polemica quello è capace di scatenare una rissa. Non ho mai fatto a cazzotti in tutta la mia vita e non ho voglia di finiziare a 50 anni.
Quindi, assumo un tono conciliante, gli dico che forse ha ragione lui e chiedo scusa. Il giovane automobilista continua a imprecare, mi dice che devo imparare a vivere e – finalmente – si allontana. Io tiro un sospiro di sollievo e proseguo la mia passeggiata. Dentro di me però c’è tanta tristezza per il sopruso subito. Ma che altro potevo fare?
Lettera firmata
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