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Per il futuro del Biellese servono 350 milioni di euro

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“Biella in Transizione” taglia un primo, importante traguardo che è, al tempo stesso, un nuovo punto di partenza per il rilancio del Biellese. Il lavoro sinergico tra Unione Industriale Biellese, Confindustria, Pointex, Smi ed Euratex, realizzato in stretta collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Camera di commercio, ha portato, ad oggi, allo sviluppo di ben 72 progetti, per un valore complessivo previsto di circa 350 milioni di euro.

“Biella in Transizione” taglia un primo, importante traguardo che è, al tempo stesso, un nuovo punto di partenza per il rilancio del Biellese. Il lavoro sinergico tra Unione Industriale Biellese, Confindustria, Pointex, Smi ed Euratex, realizzato in stretta collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Camera di commercio, ha portato, ad oggi, allo sviluppo di ben 72 progetti, per un valore complessivo previsto di circa 350 milioni di euro. Iniziative di investimento (per il 40% da parte di privati e per il 60% da investitori pubblici) che potranno trovare finanziamento anche con i bandi in uscita a marzo, dopo che il Ministero per lo Sviluppo economico, su segnalazione della Regione Piemonte, ha inserito il Biellese nella mappatura delle “aree di crisi non complessa”. Le agevolazioni concesse saranno in gran parte a fondo perduto, riguarderanno investimenti produttivi e progetti di sviluppo (rinnovo o ampliamento degli stabilimenti, acquisto di nuovi macchinari o impianti, investimenti in ricerca e innovazione, formazione, ecc.) e saranno in parte cumulabili.
L’importante risultato, frutto del lavoro sinergico svolto a più livelli da parte di Comune di Biella, Regione Piemonte e Ministero, in stretta collaborazione con il Sistema confindustriale, Camerale e con la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, è stato illustrato mercoledì nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella sede dell’Unione Industriale Biellese.
Introdotto da Marco Berchi, coordinatore di “Biella in Transizione”, a fare gli onori di casa è stato il presidente dell’Uib, Carlo Piacenza: «Dobbiamo crescere, cercando alternative al tessile, e “Biella in Transizione”, da questo punto di vista, ci consente di cogliere nuove opportunità». Anche il vicepresidente Uib con delega a Innovazione ed Education, Ermanno Rondi, ha sottolineato la necessità di «ricreare un ambiente di sviluppo che sia proficuo per il nostro territorio e per i nostri giovani» e si è quindi soffermato sui sei “punti” che caratterizzano “Biella in Transizione” (Education, Food & Beverage, Tessile, Salute & Benessere, New Business, Arte & Turismo), settori a cui appartengono i 72 progetti finora sviluppati.
Il direttore dell’Unione Industriale Biellese, Pier Francesco Corcione, ha ribadito l’importanza di lavorare insieme: «Se “Biella in Transizione” è oggi un progetto degno di considerazione da parte della Regione, ciò si deve alla collaborazione e alla sinergia dei vari soggetti coinvolti: un atteggiamento impensabile fino a qualche anno fa e che ora, forse proprio a causa della crisi, è diventato realtà. Solo lavorando insieme si possono fare grandi cose e raggiungere grandi risultati».
La parola è quindi passata all’assessore regionale alle Attività produttive, Giuseppina De Santis, che ha brevemente illustrato i vari strumenti che la Regione (anche attraverso l’azione comunitaria e di governo) ha a disposizione per il rilancio del territorio: dall’Agenda Urbana al riconoscimento delle “aree di crisi non complessa”, da “Industria 4.0” alla connettività a banda larga, dai cluster a nuove misure a sostegno del finanziamento delle imprese e degli enti locali. «Il nostro ruolo – ha detto – è quello di fornire gli strumenti complementari che possano sostenere l’iniziativa privata». Le ha fatto eco il consigliere regionale Vittorio Barazzotto, spiegando che «in questo contesto la Regione Piemonte ha collaborato e ha cercato di interpretare i bisogni» e sottolineando l’importanza dell’«effetto moltiplicatore che questi progetti comporteranno».
In conclusione, il sindaco di Biella, Marco Cavicchioli, si è soffermato sulla «necessità di diversificare, anche se il tessile e l’operosità dei biellesi continueranno a rappresentare una ricchezza per il futuro», mentre Alessandro Ciccioni, presidente della Camera di commercio di Biella e Vercelli, ha parlato del risultato ottenuto grazie a “Biella in Transizione” come di «un punto di arrivo ma anche di partenza verso nuovi traguardi». Infine, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Franco Ferraris, ha terminato il proprio intervento puntando l’accento sulla necessità di «lavorare bene ma anche in fretta: è arrivato il momento di trasformare queste parole in fatti. Ecco perché – ha detto – ci siamo trovati qui a parlare di soldi e di finanziamenti».

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