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“Per i dipendenti la partita è ancora aperta”
I dipendenti in esubero della Provincia di Biella non approderanno al tribunale. Dopo mesi di incontri e contrattazioni l’amministrazione di piazza Alpini d’Italia ha sospeso il piano di passaggio dei dipendenti, annunciato seppur in via ufficiosa nelle ultime settimane e paventato già da inizio anno.
I dipendenti in esubero della Provincia di Biella non approderanno al tribunale. Dopo mesi di incontri e contrattazioni l’amministrazione di piazza Alpini d’Italia ha sospeso il piano di passaggio dei dipendenti, annunciato seppur in via ufficiosa nelle ultime settimane e paventato già da inizio anno. Il presidente Emanuele Ramella Pralungo aveva incontrato sia il presidente dell’ordine degli avvocati che quello del Tribunale per raggiungere un accordo, saltato negli ultimi giorni per motivi economici. “Il ministero della Giustizia – spiega Ramella Pralungo – non ha manifestato l’intenzione di prendersi carico degli stipendi di questi dipendenti e il loro trasferimento, dunque, è saltato. Per ovviare al problema in tribunale arriveranno le persone che attualmente si trovano nelle liste di mobilità e che sono chiamate a svolgere lavori socialmente utili per una ventina di ore settimanali”. Una soluzione necessaria considerando che le criticità di organico che il palazzo di giustizia cittadino si trova ad affrontare quotidianamente e le difficoltà che ne derivano sono note ormai da diversi anni.
Di conseguenza il futuro del 50% dei dipendenti dell’ente provinciale, “tagliato” di fatto dal Governo alla luce del ridimensionamento delle competenze ad esso attribuito, non è ancora scritto, ma appare comunque abbastanza sicuro. “Entro la fine del mese di aprile – prosegue il presidente – ci dovrà essere l’individuazione dei soggetti pubblici ove trasferire la parte di organico interessata, secondo le linee e le direttive preposte nel decreto Madia che dovrebbe essere disponibile tra pochi giorni”. Successivamente si procederà alla riallocazione del personale, in concerto con altre istituzioni pubbliche locali, quali ad esempio i comuni. “Una volta individuati i soggetti interessati disporremo di 24 mesi per portare a termine i riallocamenti presso quelle istituzioni che, come prevedono gli accordi, si faranno carico dello stipendio dei dipendenti che verranno trasferiti”.
Andrea Marzocchi
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