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Per i dispersi biellesi in Russia si accende una speranza

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Secondo i dati ufficiali sono 195 i soldati biellesi, fanti e alpini, che nella Seconda Guerra Mondiale non sono tornati dalla Russia. Di molti di loro non si sa la fine, sono dispersi. Ora però qualcuno potrebbe “tornare a casa” o più semplicemente figli e nipoti potrebbero avere  notizie sul loro tragico destino. Nei giorni scorsi infatti nella Russia meridionale, nei pressi della località di Kirov, è stata scoperta una fossa comune con i corpi di almeno 15mila caduti molti dei quali nostri connazionali. Secondo le testimonianze dei ricercatori russi, nella fossa sono presenti numerose piastrine di riconoscimento in buono stato di conservazione. Le operazioni di recupero e di identificazione delle salme dovrebbero iniziare nella primavera del prossimo anno. L’operazione sarà seguita anche dalle autorità italiane.     

Secondo i dati ufficiali sono 195 i soldati biellesi, fanti e alpini, che nella Seconda Guerra Mondiale non sono tornati dalla Russia. Di molti di loro non si sa la fine, sono dispersi. Ora però qualcuno potrebbe “tornare a casa” o più semplicemente figli e nipoti potrebbero avere  notizie sul loro tragico destino. Nei giorni scorsi infatti nella Russia meridionale, nei pressi della località di Kirov, è stata scoperta una fossa comune con i corpi di almeno 15mila caduti molti dei quali nostri connazionali. Secondo le testimonianze dei ricercatori russi, nella fossa sono presenti numerose piastrine di riconoscimento in buono stato di conservazione. Le operazioni di recupero e di identificazione delle salme dovrebbero iniziare nella primavera del prossimo anno. L’operazione sarà seguita anche dalle autorità italiane.    

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