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Partiranno dal deposito militare di Lenta i carri armati per l’Ucraina

Guerra

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Nelle prossime settimane il grande deposito dell’Esercito Italiano a Lenta, al confine tra le province di Biella e Vercelli, sarà interessato da un deciso aumento della propria attività. I nuovi aiuti militari promessi all’Ucraina dal governo Draghi comprendono infatti mezzi che da almeno un decennio, nella migliore delle ipotesi, si trovano in quella che una volta era la base operativa del 15° Gruppo Squadroni Cavalleggeri di Lodi, poi disciolto. L’elenco delle nuove forniture prevede infatti la consegna di semoventi d’artiglieria, mezzi cingolati e antiaerei.

Per quanto riguarda l’artiglieria, quelli oggetto della probabile fornitura sono i semoventi di fabbricazione statunitense M 109 con cannone da 155 mm che in passato hanno equipaggiato i reparti italiani. Il nostro Paese infatti ne aveva in linea circa 300, 221 dei quali sottoposti a un programma d’aggiornamento nei primi anni Novanta (dall’iniziale versione “G” si era passati alla “L”, caratterizzata da una gittata più lunga, da 24 a 30 chilometri grazie ai proietti autopropulsi). Da circa vent’anni i semoventi risultano in riserva, quasi tutti proprio nel deposito di Lenta: in passato almeno una settantina è stata venduta al Pakistan e dieci sono stati dati a Gibuti, in cambio della concessione di una base. Esclusa invece l’eventualità di imitare l’Olanda e inviare a Kiev i modernissimi PzH (Panzerhaubitze) 2000, con gittata di 40 chilometri di fabbricazione tedesca considerati i migliori al mondo (ne abbiamo in servizio soltanto settanta).

Altri mezzi che da Lenta potrebbero raggiungere la terra ucraina sono i sistemi Sidam (Sistema Italiano Difesa Aerea Mobile), torrette quadrinate antiaeree da 25 millimetri installate su veicoli cingolati M 113. A parte l’età, si tratta di mezzi di dubbia efficacia che già all’epoca della loro entrata in servizio presso le nostre forze armate suscitarono parecchie perplessità per la mancanza di apparati radar per la scoperta e l’inseguimento dei bersagli. Più che sistemi antiaerei, gli M 113 / Sidam potrebbero dunque essere impiegati in appoggio alle operazioni della fanteria grazie all’elevato volume di fuoco delle mitragliatrici KBA.

E a proposito di mezzi per la fanteria, da Lenta dovrebbero prendere direzione Ucraina anche gli universali M 113, cingolati risalenti agli anni Sessanta di cui l’Esercito Italiano ne aveva immesso in servizio oltre quattromila. Oltre al normale trasporto truppe ne furono realizzate anche diverse varianti quali portamortaio, versione comando, recupero mezzi, ambulanza ecc. ecc. Al pari delle torrette Sidam anche gli M 113 sono mezzi completamente superati e poco utilizzabili in un conflitto ad alta densità come quello russo-ucraino.

Infine c’è da tenere presente che come è già accaduto per le forniture passate, viste le condizioni d’abbandono i cui si trovano, prima dell’effettiva consegna i blindati saranno sottoposti certamente a un totale ricondizionamento, un processo che nella sua completezza potrebbe durare mesi.
Walter Leotta

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