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Palestre in ginocchio per il Covid: “Quattro mesi di chiusura, un colpo di grazia”

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BIELLA – «Quattro mesi di chiusura. Un vero colpo di grazia per qualunque imprenditore. Ma se il primo stop l’ho vissuto con spirito quasi positivo, questa volta, invece, no. Perché le autorità di fronte alla seconda ondata del “Covid-19” sembrano non sapere cosa fare. E già si parla di terza e pure di quarta ondata, nei prossimi mesi».

Non ha dubbi Mauro Garolla, legale rappresentante della Fitness Club di Ponderano, una delle palestre più frequentate del Biellese, con quasi mezzo secolo di attività alle spalle.

«La scorsa primavera di fronte alla grande emergenza sanitaria ho accettato lo stop senza battere ciglio – aggiunge ancora Garolla -. L’Italia si fermava e quindi ci stava che ci fermassimo anche noi. La salute prima di tutto. Ho quindi fatto lavori di ristrutturazione e investimenti. Adesso però tutti i provvedimenti paiono fatti a caso, dal governo: chiusure, aperture, regioni “gialle” e regioni “rosse”… Fatico a capire la logica e la coerenza di tante decisioni. Puoi fare la coda in un centro commerciale ma non fare sport in un ambiente sano e dove vengono rispettate tutte le norme di sicurezza. Per essere a posto con norme e provvedimenti avevo investito diverse migliaia di euro. Poi però mi hanno fatto chiudere. E allora? Oltre al danno, la beffa…”.

In realtà da qualche giorno a Ponderano, qualcuno, è tornato a sollevare manubri e bilancieri, per allenamenti e preparazione atletica. «Si tratta degli atleti agonisti della pesistica e del pugilato – spiega ancora Garolla, dal 1974 alla guida dell’impianto sportivo alle porte del capoluogo provinciale -. A pieno regime tra le tante e diverse discipline che si praticano qui ho circa 300 persone. Adesso sono alcune decine. Ci vuol poco a farsi i conti della situazione. Tutto a norma, ovviamente, in accordo con le rispettive federazioni. E io sono ancora fortunato perché sono proprietario della struttura. Ma tanti colleghi, a fronte di promesse di aiuti statali che poi non sono mai arrivati, non se lo sognano neanche di aprire le porte per pochi atleti iscritti alle federazioni e quindi in procinto di partecipare a competizioni ufficiali».

E in futuro? «Un giorno supereremo questa pandemia. Ma oggi vedo e sento tanta paura. L’effetto negativo sono sicuro che si proietterà anche nel tempo – conclude Garolla -. Primo perché ci saranno meno soldi nelle tasche di molte persone. E poi perché in molti è subentrata la psicosi e quindi ci vorrà tempo prima che ritornino a frequentare un ambiente chiuso, nonostante garanzie igieniche e sanitarie».

Paolo La Bua

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