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Outlet diffuso, dopo mesi di parole non c’è nulla

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Sarebbe dovuto partire a maggio, poi in autunno. L’ultima notizia è che qualcosa si potrebbe finalmente vedersi a novembre.

Sarebbe dovuto partire a maggio, poi in autunno. L’ultima notizia è che qualcosa si potrebbe finalmente vedersi a novembre. Siamo ormai a pochi giorni dalla scadenza ma al momento non c’è nulla. Stiamo parlando del progetto dell’outlet diffuso che avrebbe dovuto portare a Biella milioni di visitatori annui. L’intento è quello di trasformare il centro cittadino in un centro commerciale all’aperto, esperimento che in Germania ha avuto molto successo.
«Nel corso dell’assemblea pubblica tenutasi nei giorni scorsi al Piazzo – afferma l’assessore al commercio Stefano La Malfa – sono state annunciate delle aperture nel mese di novembre. Al momento però gli uffici non mi segnalano nulla di particolare, qualche apertura, qualche chiusura, come sempre. Come amministrazione comunale non possiamo far altro che ribadire la nostra massima disponibilità».
Tra i commercianti interessati inizia a serpeggiare qualche dubbio anche perchè la quotidianità, come detto, è fatta di saracinesche abbassate piuttosto  che cerimonie di inaugurazione. Chi ha meno dubbi è il presidente dell’Ascom, Mario Novaretti. Nel ricordare che il progetto dell’outlet diffuso è partito con l’Associazione commercianti come semplice spettatore Novaretti analizza la realtà.
«Fra pochi mesi – afferma il responsabile dei commercianti – verrà inaugurato a Settimo Torinese uno dei più grandi centri commerciali con la presenza dei marchi più noti e prestigiosi, dove sono in corso ben 450 assunzioni. La località prescelta, essendo nella cintura torinese, è asservita da strade di grande comunicazione, quindi facilmente raggiungibile. In Piemonte c’è poi la realtà consolidata di Serravalle Scrivia, forse il più grande centro commerciale italiano fino all’apertura di Arese dove nell’ultimo anno sono stati investiti oltre 110 milioni di euro, i visitatori sono stati oltre cinque milioni e i brand espositivi raggiungono quasi quota 200. Domanda: davanti a due realtà, una innovativa come Settimo e l’altra consolidata come Serravalle Scrivia, è realistico pensare che una città, senza grandi vie di comunicazione, possa rappresentare un’alternativa per milioni e milioni di potenziali acquirenti?. Io non ne sono tanto convinto, e con me molti altri».
La sensazione è che il progetto di outlet diffuso possa fare la stessa fine dell’Al Senter di via Gramsci. Partito tra tante aspettative, il progetto da realizzarsi nella ex sede Upim è collassato su stesso. Da mesi ormai non se ne parla più.
«Mi auguro per il bene del commercio ma soprattutto per il futuro della città – continua Novaretti – che il progetto dell’outlet diffuso non faccia la stessa fine anche se al momento non sono molto ottimista, tanto per usare un eufemismo. Spiace, ripeto, che all’inizio non si sia voluto coinvolgere i protagonisti di questa operazione, ovvero i commercianti del centro a prescindere dall’adesione o meno o qualsiasi organizzazione di categoria. Come tutti rimaniamo in attesa che accada qualcosa, nel frattempo come Ascom a breve presenteremo un nostro piano per qualcosa di più fattibile e coinvolgente ricordando che a livello nazionale è stato firmato un protocollo d’intesa tra l’Anci, ovvero i comuni italiani, e la Confcommercio, accordo a cui hanno già aderito più 150 città. per il rilancio, il recupero e la rivitalizzazione dei centri urbani. I primi progetti, tra l’altro, sono stati presentati la scorsa settimana a Bruxelles per i finanziamenti necessari, appuntamento a cui hanno preso parte, tanto per rimanere vicino a noi, i sindaci di Vercelli e Alessandria». 

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