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Oltre 252mila lavoratori piemontesi verso l’uscita tra il 2025 e 2029

«Un dramma annunciato e il problema non si risolve allungando l’età pensionabile»

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oltre 252mila lavoratori

Oltre 252mila lavoratori piemontesi verso l’uscita tra il 2025 e 2029. Secondo le proiezioni della CGIA di Mestre, anche la provincia di Biella sarà investita dal grande ricambio generazionale che interesserà il mondo del lavoro.

Tra il 2025 e il 2029, infatti, potrebbero essere oltre 10mila i lavoratori biellesi destinati a lasciare l’impiego, in larga parte per pensionamento. Una cifra che non compare ufficialmente nel rapporto, ma che può essere ricavata applicando al nostro territorio il peso percentuale delle uscite previste per il Piemonte.

Oltre 252mila lavoratori piemontesi verso l’uscita tra il 2025 e 2029

Il settore privato sarà in ogni caso quello più interessato, con conseguenze dirette anche sulla manifattura e sul tessile, colonne portanti dell’economia locale. Per le imprese, già oggi alle prese con difficoltà di reperimento di personale, si annuncia una sfida cruciale.

«La fotografia è veritiera e, al di là di dati statistici locali aggiornati, risulta ancora più drammatica nel Biellese, per via della presenza di moltissimi lavoratori precoci. Uomini e donne che, avendo iniziato presto, raggiunti gli anni di contributi necessari, vanno giustamente in pensione – riflette Lorenzo Boffa, segretario generale della Cgil -. Il punto, però, è che si tratta di un dramma annunciato. Ricordo quando i medici di base, qualche lustro fa, avevano annunciato le difficoltà di avere un numero adeguato di medici per tutti i territori. E tutti a ridere… Purtroppo è quello che stiamo vivendo da tempo. Lo stesso discorso si può fare per la crisi di professionalità di molte aziende. Dopo decenni in cui i giovani sono stati assunti con contratti precari e atipici, oggi, ci troviamo in un contesto in cui mancano lavoratori qualificati per sostituire chi va in pensione. Mi stupisco dello stupore. Ed è evidente che la soluzione non possa essere l’allungamento degli anni di lavoro necessari per arrivare alla pensione. Ma vada cercata in politiche attente alle nuove generazioni e in difesa del mondo del lavoro».

Piemonte: 252mila addetti da rimpiazzare

Guardando all’intero territorio regionale, il report indica che Piemonte e Valle d’Aosta dovranno sostituire circa 252mila lavoratori entro il 2029. Di questi, 140.400 sono dipendenti privati (pari al 55,7% del totale), mentre il resto riguarda dipendenti pubblici e autonomi.

Il Piemonte si colloca così al quinto posto in Italia per numero assoluto di pensionamenti, dietro Lombardia, Lazio, Veneto ed Emilia Romagna. La pressione maggiore si concentrerà nelle aziende private, già oggi in difficoltà nel trovare figure qualificate.

Italia: 3 milioni di lavoratori in uscita

Il quadro nazionale mostra proporzioni ancora più imponenti. Oltre 3 milioni di addetti lasceranno il lavoro tra il 2025 e il 2029, pari al 12,5% della forza lavoro complessiva. La distribuzione delle uscite ipotizza: 1,6 milioni di dipendenti privati (52,8%), 768mila dipendenti pubblici (25,2%), 665mila autonomi (21,9%). Più di 7 sostituzioni su 10 riguarderanno i servizi, con uscite consistenti in commercio, sanità e pubblica amministrazione.

Nell’industria, invece, sarà il settore delle costruzioni a subire l’impatto maggiore. Il report segnala infine l’invecchiamento crescente della forza lavoro. Oggi in Italia, ogni 100 giovani sotto i 35 anni corrispondono 65 lavoratori con più di 55 anni. Una tendenza che rischia di generare una vera e propria “caccia ai talenti”, con le imprese costrette a contendersi i profili più esperti.
LEGGI ANCHE: Imprenditori e lavoratori Piemonte, cresce l’età media e manca il ricambio generazionale

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