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“Oggi Giorgio Aiazzone avrebbe sorriso. Finalmente”

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Riceviamo e pubblichiamo il commento di Sandro Delmastro:

“Finalmente, qualche giorno fa, ho preso atto di un intervento significativo e ricco di contenuti da parte degli industriali biellesi! Ciò dico in quanto ho sempre avuto modo di criticare, a volte anche aspramente, l’Unione Industriale Biellese, che, a mio personale parere, era sempre ferma alla ‘retorica’ dell’epoca … Rivetti, rifiutandosi in concreto di prendere atto che il mondo era cambiato e che dunque occorreva divenire ‘moderni’ e ‘futuribili’. Era l’epoca di Giorgio Aiazzone, che, non a caso, se ne andò, per i rapporti, con gli industriali, a Milano non trovando un solo “collega” capace di collegarsi a lui imprenditorialmente. Ora, però, mi pare di poter costatare, con grande soddisfazione, la presenza di soggetti qualificati all’Unione Industriale, capaci di infondere una concreta speranza ed un ottimismo ragionato, ma soprattutto capaci di muoversi come modernissimi ed  affidabilissimi industriali. Ecco perché mi sono piaciute le dichiarazioni rese da Carlo Piacenza, Presidente dell’U.I.B., e riportate senza problemi da “La Stampa” di martedì 4 luglio 2017 alla pag. 39: “Bisogna essere consapevoli che in gioco c’è un mutamento di prospettive e mentalità per generare innovazioni di processo talmente significative che coinvolge tutti. E ciò richiede anzitutto una disponibilità degli imprenditori che sono alla guida delle aziende e mettere in discussione metodologie, approcci e anche stili di conduzione aziendale”. Ed ancora: “Dal 2013 il sistema moda italiano (sessantasettemila imprese che danno lavoro a seicentomila persone) è cresciuto del 4,2% a fronte di una crescita del PIL dell’1,8%. Nel Biellese nei primi tre mesi di quest’anno l’export è cresciuto del 12,7% rispetto all’anno precedente” (cfr. “Il Biellese” di martedì 4 luglio 2017 pag. 13). Seguo, e non da oggi, Carlo Piacenza e, finalmente, posso dichiarare con profonda convinzione che gli industriali biellesi hanno imboccato la strada della competenza e della modernità, abbandonando una mentalità che ha costituito la caratteristica più significativa della nostra strana e non sempre condivisibile imprenditorialità. Tornando a Giorgio Aiazzone, se fosse ancora in vita (ma quante cose avrebbe realizzato!) finalmente avrebbe trovato quella Biella che aveva dovuto necessariamente abbandonare con profondo dolore e persino con il senso dell’umiliazione. E pensare che lui ‘inventava’ ogni giorno, ed anche più volte al giorno, novità modernissime tanto che, ormai, quando si diceva Biella, i nostri interlocutori subito interloquivano dicendo: “Ah sì, Aiazzone!”. Ora, se Dio vuole, sembra che anche Biella sia profondamente e definitivamente cambiata, e che dunque non sia più … “l’era dei Rivetti”, ma di una industria tessile che bada al futuro con industriali adeguati ai tempi e soprattutto con teste e cervelli rivolti al futuro ed al mondo intero”.

Riceviamo e pubblichiamo il commento di Sandro Delmastro:

“Finalmente, qualche giorno fa, ho preso atto di un intervento significativo e ricco di contenuti da parte degli industriali biellesi! Ciò dico in quanto ho sempre avuto modo di criticare, a volte anche aspramente, l’Unione Industriale Biellese, che, a mio personale parere, era sempre ferma alla ‘retorica’ dell’epoca … Rivetti, rifiutandosi in concreto di prendere atto che il mondo era cambiato e che dunque occorreva divenire ‘moderni’ e ‘futuribili’. Era l’epoca di Giorgio Aiazzone, che, non a caso, se ne andò, per i rapporti, con gli industriali, a Milano non trovando un solo “collega” capace di collegarsi a lui imprenditorialmente. Ora, però, mi pare di poter costatare, con grande soddisfazione, la presenza di soggetti qualificati all’Unione Industriale, capaci di infondere una concreta speranza ed un ottimismo ragionato, ma soprattutto capaci di muoversi come modernissimi ed  affidabilissimi industriali. Ecco perché mi sono piaciute le dichiarazioni rese da Carlo Piacenza, Presidente dell’U.I.B., e riportate senza problemi da “La Stampa” di martedì 4 luglio 2017 alla pag. 39: “Bisogna essere consapevoli che in gioco c’è un mutamento di prospettive e mentalità per generare innovazioni di processo talmente significative che coinvolge tutti. E ciò richiede anzitutto una disponibilità degli imprenditori che sono alla guida delle aziende e mettere in discussione metodologie, approcci e anche stili di conduzione aziendale”. Ed ancora: “Dal 2013 il sistema moda italiano (sessantasettemila imprese che danno lavoro a seicentomila persone) è cresciuto del 4,2% a fronte di una crescita del PIL dell’1,8%. Nel Biellese nei primi tre mesi di quest’anno l’export è cresciuto del 12,7% rispetto all’anno precedente” (cfr. “Il Biellese” di martedì 4 luglio 2017 pag. 13). Seguo, e non da oggi, Carlo Piacenza e, finalmente, posso dichiarare con profonda convinzione che gli industriali biellesi hanno imboccato la strada della competenza e della modernità, abbandonando una mentalità che ha costituito la caratteristica più significativa della nostra strana e non sempre condivisibile imprenditorialità. Tornando a Giorgio Aiazzone, se fosse ancora in vita (ma quante cose avrebbe realizzato!) finalmente avrebbe trovato quella Biella che aveva dovuto necessariamente abbandonare con profondo dolore e persino con il senso dell’umiliazione. E pensare che lui ‘inventava’ ogni giorno, ed anche più volte al giorno, novità modernissime tanto che, ormai, quando si diceva Biella, i nostri interlocutori subito interloquivano dicendo: “Ah sì, Aiazzone!”. Ora, se Dio vuole, sembra che anche Biella sia profondamente e definitivamente cambiata, e che dunque non sia più … “l’era dei Rivetti”, ma di una industria tessile che bada al futuro con industriali adeguati ai tempi e soprattutto con teste e cervelli rivolti al futuro ed al mondo intero”.

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