Seguici su

Attualità

Non è vero che a Biella bar e ristoranti non trovano personale perché pagano poco

Sale & pepe, la rubrica di Luigi Apicella

Pubblicato

il

Care amiche e cari amici, diciamolo forte: dallo scorso primo maggio giù la mascherina dal punto di vista sanitario ma anche dalle tante ipocrisie che stanno caratterizzando questo periodo storico “complicato”. Anche Biella è scesa in piazza per la festa dei lavoratori dopo due anni di lockdown e certamente la voglia di libertà e ripartenza era palpabile in tutti i partecipanti. Senza ovviamente trascurare le enormi preoccupazioni per “i venti di guerra” in Ucraina.

Ma anche per una crisi economica che parte da lontano, che ha attraversato due anni drammatici a causa del Covid, e che ora più che mai rischia di travolgere famiglie e imprese con un potere d’acquisto sempre più ridotto. Da imprenditore lo dico da anni, occorre adeguare al caro vita gli stipendi, senza nuovi ulteriori costi per la piccola e media impresa ma con minori trattenute nella busta paga del dipendente.

Utopia? No, nei momenti di crisi, da parte della politica, occorrono senso della realtà e conoscenza delle difficoltà che riguardano tutti, specie giovani e donne. Le chiacchiere sui social stanno a zero, occorre far fronte agli aumenti del costo delle materie prime, dell’aumento dell’inflazione prendendo provvedimenti concreti e facendo una corretta informazione. Troppo spesso anche in città si sente dire che a causa della guerra è aumentato questo, aumenterà quello…

Questo è vero solo in parte, certi aumenti non sono giustificati e sono il frutto del solito “giochino all’italiana” di chi crede di speculare sulla vita e sul futuro del prossimo approfittando del momento.

A proposito di informazione, e di certe interpretazioni “a senso unico”, in questi due anni in cui anche a Biella si è creata una “lacerazione” profonda nei rapporti umani, ho dovuto leggere “laqualunque” contro il mondo del turismo e della ristorazione in genere: non si trova personale perché i titolari di attività non vogliono pagare, qualcuno denuncia di essere pagato due euro all’ora…

Ecco proprio questo va evitato, cercare a tutti i costi un capro espiatorio “da spendersi ad ogni latitudine” mettendo gli uni contro gli altri per alimentare il conflitto e la rabbia sociale. Le piccole e medie attività il più delle volte sono costituite a tutti gli effetti da “operai in prima persona” che lavorano ogni giorno per cercare di trovare “una quadra” al proprio bilancio familiare, senza dimenticare tutti coloro che sono stati costretti a tirare giù le serrande definitivamente rimanendo senza lavoro e con una montagna di bollette da pagare.

E con anche il tema della grande distribuzione, da sempre argomento spinoso anche a Biella, per il quale, ad ogni primo maggio che si rispetti, torna di attualità la vicenda delle domeniche aperte, dei lavoratori in servizio H24 e via discorrendo. Un tema delicato ma per il quale anche le stelle, pardon, i cinque stelle stanno a guardare. Segno dei tempi. Per un attimo godiamoci il momento di questa nuova ripresa senza più green pass e mascherine ma sempre con grande attenzione e responsabilità. Anche a Biella impariamo a ri-vivere giorno dopo giorno, il resto si vedrà…

Luigi Apicella

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *