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“Non amo la caccia ma il problema del cinghiali va affrontato”

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Dopo le recenti dichiarazioni delle associazioni ambientaliste in merito alla volontà di manifestare contro l’abbattimento dei cinghiali il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo ritorna sul problema con la seguente dichiarazione: 

<A seguito delle recenti dichiarazioni delle Associazioni Ambientaliste in merito alla volontà di manifestare contro l’abbattimento dei cinghiali si ritiene utile precisare quanto segue in merito alle motivazioni delle scelte dell’Ente Provinciale. Nel mese di dicembre l’Assessore Regionale alla Caccia e alla Pesca, Ferrero, ha indetto un incontro a Biella, tenutosi proprio nel Palazzo della Provincia a seguito della notevole mole di segnalazioni giunte dai Comuni biellesi (circa metà degli 82 Comuni) che riguardavano proprio i pericoli, i danni e le criticità causate dall’elevato numero di cinghiali presenti sul territorio. Il sottoscritto Presidente della Provincia di Biella intende innanzitutto specificare di non essere un cacciatore e di non amare la pratica della caccia, ma anche chiarire che al momento ci troviamo di fronte ad una situazione oltre i limiti della normalità. Non è assolutamente intenzione dell’Amministrazione Provinciale favorire la caccia; la problematica è assolutamente oggettiva: oggi i cinghiali presenti sul territorio sono troppi e si muovono sempre più agevolmente, arrivando fino ai giardini privati delle case, i cui proprietari non possono nemmeno più permettersi di portare a giocare i bambini per paura di “incontri ravvicinati” con animali di questa specie, soprattutto in caso di femmine con piccoli, che risulterebbero quanto mai pericolosi per l’incolumità. Non solo: gli avvistamenti e le segnalazioni giungono ormai con frequenza plurigiornaliera e i sinistri causati da questi animali lungo la viabilità provinciale hanno assunto proporzioni ingenti. Oggi è altresì quanto mai rischioso fare una passeggiata nei nostri boschi, proprio per il rischio di trovarsi di fronte ad un gruppo di cinghiali, che potrebbe causare serie conseguenze. Al riguardo è utile ricordare che in Italia abbiamo dovuto confrontarci con casi di aggressione da parte di cinghiali all’uomo, fino a causarne la morte. Il sottoscritto si è quindi trovato di fronte ad una scelta: tutelare l’incolumità pubblica modificando il piano di abbattimento oppure non procedere ad alcuna modifica con il rischio concreto di passare il resto della vita con il rimpianto di non averlo fatto ed essere responsabile di danni irreparabili all’interno di una famiglia. Io, agendo secondo coscienza, prima ancora che come Presidente, ritengo assolutamente prioritario garantire l’incolumità pubblica. Non pretendo che tale scelta si condivida, ma che, almeno, se ne comprendano le motivazioni, non politiche, non amministrative, ma semplicemente coscienziose, di una persona investita di responsabilità verso i propri cittadini>.

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Dopo le recenti dichiarazioni delle associazioni ambientaliste in merito alla volontà di manifestare contro l’abbattimento dei cinghiali il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo ritorna sul problema con la seguente dichiarazione: 

<A seguito delle recenti dichiarazioni delle Associazioni Ambientaliste in merito alla volontà di manifestare contro l’abbattimento dei cinghiali si ritiene utile precisare quanto segue in merito alle motivazioni delle scelte dell’Ente Provinciale. Nel mese di dicembre l’Assessore Regionale alla Caccia e alla Pesca, Ferrero, ha indetto un incontro a Biella, tenutosi proprio nel Palazzo della Provincia a seguito della notevole mole di segnalazioni giunte dai Comuni biellesi (circa metà degli 82 Comuni) che riguardavano proprio i pericoli, i danni e le criticità causate dall’elevato numero di cinghiali presenti sul territorio. Il sottoscritto Presidente della Provincia di Biella intende innanzitutto specificare di non essere un cacciatore e di non amare la pratica della caccia, ma anche chiarire che al momento ci troviamo di fronte ad una situazione oltre i limiti della normalità. Non è assolutamente intenzione dell’Amministrazione Provinciale favorire la caccia; la problematica è assolutamente oggettiva: oggi i cinghiali presenti sul territorio sono troppi e si muovono sempre più agevolmente, arrivando fino ai giardini privati delle case, i cui proprietari non possono nemmeno più permettersi di portare a giocare i bambini per paura di “incontri ravvicinati” con animali di questa specie, soprattutto in caso di femmine con piccoli, che risulterebbero quanto mai pericolosi per l’incolumità. Non solo: gli avvistamenti e le segnalazioni giungono ormai con frequenza plurigiornaliera e i sinistri causati da questi animali lungo la viabilità provinciale hanno assunto proporzioni ingenti. Oggi è altresì quanto mai rischioso fare una passeggiata nei nostri boschi, proprio per il rischio di trovarsi di fronte ad un gruppo di cinghiali, che potrebbe causare serie conseguenze. Al riguardo è utile ricordare che in Italia abbiamo dovuto confrontarci con casi di aggressione da parte di cinghiali all’uomo, fino a causarne la morte. Il sottoscritto si è quindi trovato di fronte ad una scelta: tutelare l’incolumità pubblica modificando il piano di abbattimento oppure non procedere ad alcuna modifica con il rischio concreto di passare il resto della vita con il rimpianto di non averlo fatto ed essere responsabile di danni irreparabili all’interno di una famiglia. Io, agendo secondo coscienza, prima ancora che come Presidente, ritengo assolutamente prioritario garantire l’incolumità pubblica. Non pretendo che tale scelta si condivida, ma che, almeno, se ne comprendano le motivazioni, non politiche, non amministrative, ma semplicemente coscienziose, di una persona investita di responsabilità verso i propri cittadini>.

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