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“Nientedafare”, un progetto con un solo obiettivo quello di rendere Biella una città viva

L’idea è nata da un gruppo di ragazzi per rilanciare la nostra città e Zerocalcare disegnerà il loro logo

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BIELLA – Da metà luglio, ragionano con un solo obiettivo: quello di rendere Biella una città viva, attiva e soprattutto piena di cose da fare. Questo è “nientedafare”, un progetto attualmente curato da venticinque persone e che ha riscosso grande visibilità, contando più di 800 followers sulla pagina Instagram (@nientedafare_biella), e circa 140 membri all’interno del gruppo Telegram.

L’idea nasce da una necessità condivisa: quante volte, infatti, si è sentito parlare di Biella come una città morta, vuota, priva di eventi e di possibilità? «Per cambiare la situazione, è necessario smettere di lamentarsi e agire in prima persona con responsabilità» dichiara Matteo, il ragazzo da cui è partita l’idea. «Volevo iniziare a riunire le persone, in modo tale da capire insieme in che direzione muoverci; ciascuno dei membri ha successivamente contribuito a sviluppare il collettivo così come lo vedete oggi. Si tratta di un percorso in continua evoluzione, in cui a ciascuno e ciascuna vengono dedicati spazi e possibilità di esprimersi, co-progettando eventi e iniziative».
Dei venticinque ragazzi facenti parte del nucleo organizzatore del progetto, infatti, sono stati molti a parlare, condividendo ciascuno la propria idea.

«Vivendo in una città più grande» comincia Giovanni, studente universitario, «mi sono reso conto che a Biella non c’è ritrovo negli spazi di per sé offerti dalla città, come piazze, parchi…».
«Per questo motivo, il nostro sogno è di creare una sorta di “salotto urbano”: si tratterà di un luogo, possibilmente recuperato da un edificio non utilizzato, come ce ne sono molti nella nostra città, in cui ci si possa ritrovare, fare nuove conoscenze e organizzare diversi tipi di attività» afferma Alberto. «È una concezione di “spazio” molto umana, raggiungibile, ovviamente, non nell’immediato, ma attraverso una serie di passaggi intermedi».

«Essenzialmente, perché ciò avvenga è importante “fare rete”» spiega Filippo. «Biella è una città piccola, ma ci sono molte associazioni culturali che organizzano eventi e tantissime persone creative che hanno voglia di fare. Il nostro obiettivo è quello di connetterle tutte, cambiando la classica mentalità biellese, che spesso è molto chiusa e incentrata sul singolo. Vogliamo creare, nella nostra città, una sorta di “narrativa alternativa”, per renderla una provincia attiva, propositiva, aperta e inclusiva. Perciò, stiamo supportando dal basso e in modo attivo alcune proposte, amplificandole e condividendole, sia online che offline. Nei giorni scorsi, per esempio, un ragazzo affetto da Covid ci ha contattato, manifestando il suo desiderio di fare un concerto con la chitarra direttamente dal suo balcone; noi abbiamo condiviso questa sua volontà e diverse persone hanno partecipato».

E infine, Carola dà voce a quello che è il senso ultimo del progetto: «Vorremmo che Biella non fosse un semplice luogo di transito, bensì un punto di arrivo».
La forza di nientedafare, dunque, risiede sia nei singoli che nel gruppo. «Abitualmente, quando ci riuniamo per organizzare nuove iniziative, ci sediamo in cerchio per parlare meglio e confrontarci. Le idee provengono un po’ da tutti e tutte: su mio suggerimento abbiamo organizzato una serata vestendoci a tema, mentre l’idea del secondo evento proposto, una semplice pizzata in piazza, è nata spontaneamente da uno scherzo tra di noi, e ha raccolto più di 150 persone ritrovate sedute in cerchio a discutere sul futuro della nostra città» sorride Sofia che, tredicenne, è la più piccola del gruppo.

Nelle tre settimane in cui il collettivo ha cominciato la sua attività, infatti, sono stati tre gli appuntamenti organizzati: il primo era una sorta di brainstorming collettivo, in cui ciascuno dei partecipanti ha potuto condividere le sue proposte per rianimare Biella; il secondo, “Pizza in piazza”, consisteva in una serata passata in compagnia seduti a terra in Piazza Duomo, suonando la chitarra; il terzo, infine, “Vasche in via Italia”, si costituiva di una lunga passeggiata su e giù per via Italia indossando oggetti che si usano tipicamente in piscina o al mare.
«Organizzare questo genere di iniziative in luoghi pubblici, oltre che essere estremamente divertente, ci ha permesso di ottenere visibilità; così, anche persone che altrimenti non avrebbero presenziato si sono unite a noi. Gli incontri con gente inizialmente estranea al collettivo hanno generato scambi di idee non pianificati, che ci hanno consentito di crescere» commenta Matteo.

«In più, il fatto che i nostri eventi siano aperti a tutti e tutte fa sì che non ci sia un’età o una categoria di persone definita a cui ci rivolgiamo» aggiunge Anna. «Chiunque ha la possibilità di approcciarsi a ciò che stiamo creando e, in questo modo, noi possiamo prendere atto delle necessità di ciascuna e ciascuno». E, alle sue parole, fanno eco quelle di Sofia: «nientedafare Biella si propone come un progetto a cui si può partecipare a più livelli: come semplici partecipanti o come parte attiva agli eventi. Noi facciamo, ma siamo vicini a chiunque».
Tra le attuali iniziative proposte da nientedafare, ci sono anche degli sconti presso attività commerciali e di ristorazione locali, che potrete scoprire sulla loro pagina Instagram.

Infine, la novità assoluta per il collettivo è che il loro nuovo logo sarà disegnato da Zerocalcare in persona. «Dato che il nostro obiettivo è creare innovazione sociale per la città di Biella e soprattutto per i suoi giovani abitanti», conclude Matteo, «abbiamo deciso di accogliere le idee di tutte e tutti attraverso un sondaggio online, disponibile sempre sulla nostra pagina Instagram: chiunque può proporre un’idea originale dalla quale Zerocalcare, che supporta il progetto con entusiasmo, potrà prendere ispirazione».

 

Viola Borio

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