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Nel vecchio ospedale un grande centro del benessere… Ma chi ci crede?

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Che ne sarà del vecchio ospedale di Biella? La società ligure “Sviluppo Genova” incaricata della vendita della struttura cala l’asso: utilizzare i grandi spazi per la realizzazione di un mega modernissimo Centro del benessere, privato, specializzato alla cura della persona, dalla chirurgia estetica all’obesità. Una mastodontica opera, la prima del genere in Italia, che porterebbe Biella agli onori della cronaca nazionale.

Che ne sarà del vecchio ospedale di Biella? La società ligure “Sviluppo Genova” incaricata della vendita della struttura cala l’asso: utilizzare i grandi spazi per la realizzazione di un mega modernissimo Centro del benessere, privato, specializzato alla cura della persona, dalla chirurgia estetica all’obesità. Una mastodontica opera, la prima del genere in Italia, che porterebbe Biella agli onori della cronaca nazionale.

Il problema è come sempre quello economico. Per la realizzazione della struttura servono 60 milioni di euro da raccogliere tra i privati, senza alcun apporto pubblico, almeno sulla carta.

L’altra ipotesi è quella relativa al trasferimento in via Caraccio di uffici pubblici. In questo caso si risolverebbe un problema per crearne altri: trasferiti gli uffici giudiziari che ne sarebbe dello storico palazzo di via Repubblica (o della sede delle Entrate di viale Europa o di Palazzo Pella di via Tripoli, ecc., ecc.).  Un’idea davvero geniale…

In generale, i precedenti non sono incoraggianti. Il progetto del riutilizzo degli ex Rivetti ha portato al fallimento dei suoi ideatori. Il fabbricato industriale di via Carso, le Pettinature Riunite, sono ancora al proprio posto nonostante decenni fa fosse stato oggetto di un ambizioso programma di riconversione. Se non ci fosse stato l’interessamento di investitori proveniente da fuori regione, l’aeroporto di Cerrione – la cui querelle è andata avanti per decenni – sarebbe chiuso da tempo. Per non dimenticare la storia dell’autostrada-Peduncolo-Pedemontana (comunque la si chiami) diventata ora un ben più modesto Peduncoletto di cui al momento ci sono solo  promesse. Oppure l’ultimissimo programma relativo all’elettrificazione delle linee ferroviarie, la cui realizzazione viene data per certa, per ora a parole.

L’altra soluzione per la Casa del benessere potrebbe  essere l’arrivo di investitori “forestieri”. Ma qui sorge un dubbio, chi mai investirebbe in un posto semi – irraggiungibile, con ferrovie stile 1800 e senza autostrade, quando lo stesso progetto può essere realizzato in città con vie di comunicazione all’altezza dei tempi e con un bacino di utenti notevolmente superiore? Staremo a vedere.
Walter Leotta

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