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Nel Biellese ci sono ben 587 profughi

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Secondo i dati ufficiali resi noti nella giornata di ieri dalla Prefettura di Torino, nel Biellese sono attualmente ospitati 587 richiedenti asilo, 526 dei quali ospitati nei centri di accoglienza straordinari realizzati negli ultimi mesi mentre i restanti 61 hanno trovato posto nell’ambito del programma Sprar basato su un’accoglienza più diffusa e meno invasiva rispetto ai centri di accoglienza veri e propri.
In Piemonte il numero complessivo di profughi e richiedenti asilo raggiunge quota 14.210. I dati sono aggiornati al 31 ottobre.
 
«Il percorso intrapreso da Regione Piemonte, Prefetture e AnciI (Associazione nazionale comuni italiani) – è il commento di Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte è quello giusto. I dati ci dicono che nel 2017 è stato possibile registrare un aumento dei progetti Sprar (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) rispetto all’anno scorso. Ciò vuol dire che un numero significativo di comuni ha deciso di assumersi la responsabilità direttamente della gestione dell’accoglienza. Tuttavia i numeri non sono ancora soddisfacenti ed è per questo che dobbiamo ancora insistere».
Secondo i dati diffusi dalla Prefettura di Torino i Centri di accoglienza straordinaria istituiti per fare fronte all’emergenza dei periodi passati al 30 ottobre hanno accolto 12.847 migranti così suddivisi: 1.694 in provincia di Alessandria; 1.052 in provincia di Asti; 526 in provincia di Biella; 2.128 in provincia di Cuneo; 1.112 in provincia di Novara; 5.049 in provincia di Torino; 574 in provincia di Verbania; 712 in provincia di Vercelli. Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati in totale invece ha preso in carico 1.363 migranti di cui: 164 in provincia di Alessandria; 133 in provincia di Asti; 61 in provincia di Biella; 58 in provincia di Cuneo; 0 in provincia di Novara; 923 in provincia di Torino; 10 in provincia di Verbania; 0 in provincia di Vercelli.
«Tutte le province piemontesi – ha continuato Monica Cerutti – si stanno impegnando a rispettare la percentuale di accoglienza prevista dal Tavolo di coordinamento regionale, anche se alcune criticità devono essere registrate, come a Novara, dove il comune nelle settimane passate ha deciso di chiudere, in assoluta controtendenza, il progetto Sprar. Sicuramente un segnale negativo verso tutte le altre amministrazioni piemontesi, di qualsiasi colore politico, che hanno deciso invece di condividere la responsabilità dell’accoglienza e che devono sopperire alle mancanze di chi invece non lo fa».
«In un momento come questo durante il quale i numeri non subiscono forti aumenti e sono governabili sarebbe opportuno lavorare a percorsi di inclusione che rafforzino il sistema Piemonte e recepiscano le indicazioni contenute nel piano nazionale per l’integrazione. Come Regione Piemonte sono tre anni che ci adoperiamo per incentivare un’assunzione condivisa dell’accoglienza spronando i comuni a portare avanti con noi percorsi di inclusione concreti. Questo è il momento adatto per farlo con determinazione» – ha così concluso l’esponente della giunta Chiamparino. 

Secondo i dati ufficiali resi noti nella giornata di ieri dalla Prefettura di Torino, nel Biellese sono attualmente ospitati 587 richiedenti asilo, 526 dei quali ospitati nei centri di accoglienza straordinari realizzati negli ultimi mesi mentre i restanti 61 hanno trovato posto nell’ambito del programma Sprar basato su un’accoglienza più diffusa e meno invasiva rispetto ai centri di accoglienza veri e propri.
In Piemonte il numero complessivo di profughi e richiedenti asilo raggiunge quota 14.210. I dati sono aggiornati al 31 ottobre.
 
«Il percorso intrapreso da Regione Piemonte, Prefetture e AnciI (Associazione nazionale comuni italiani) – è il commento di Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte è quello giusto. I dati ci dicono che nel 2017 è stato possibile registrare un aumento dei progetti Sprar (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) rispetto all’anno scorso. Ciò vuol dire che un numero significativo di comuni ha deciso di assumersi la responsabilità direttamente della gestione dell’accoglienza. Tuttavia i numeri non sono ancora soddisfacenti ed è per questo che dobbiamo ancora insistere».
Secondo i dati diffusi dalla Prefettura di Torino i Centri di accoglienza straordinaria istituiti per fare fronte all’emergenza dei periodi passati al 30 ottobre hanno accolto 12.847 migranti così suddivisi: 1.694 in provincia di Alessandria; 1.052 in provincia di Asti; 526 in provincia di Biella; 2.128 in provincia di Cuneo; 1.112 in provincia di Novara; 5.049 in provincia di Torino; 574 in provincia di Verbania; 712 in provincia di Vercelli. Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati in totale invece ha preso in carico 1.363 migranti di cui: 164 in provincia di Alessandria; 133 in provincia di Asti; 61 in provincia di Biella; 58 in provincia di Cuneo; 0 in provincia di Novara; 923 in provincia di Torino; 10 in provincia di Verbania; 0 in provincia di Vercelli.
«Tutte le province piemontesi – ha continuato Monica Cerutti – si stanno impegnando a rispettare la percentuale di accoglienza prevista dal Tavolo di coordinamento regionale, anche se alcune criticità devono essere registrate, come a Novara, dove il comune nelle settimane passate ha deciso di chiudere, in assoluta controtendenza, il progetto Sprar. Sicuramente un segnale negativo verso tutte le altre amministrazioni piemontesi, di qualsiasi colore politico, che hanno deciso invece di condividere la responsabilità dell’accoglienza e che devono sopperire alle mancanze di chi invece non lo fa».
«In un momento come questo durante il quale i numeri non subiscono forti aumenti e sono governabili sarebbe opportuno lavorare a percorsi di inclusione che rafforzino il sistema Piemonte e recepiscano le indicazioni contenute nel piano nazionale per l’integrazione. Come Regione Piemonte sono tre anni che ci adoperiamo per incentivare un’assunzione condivisa dell’accoglienza spronando i comuni a portare avanti con noi percorsi di inclusione concreti. Questo è il momento adatto per farlo con determinazione» – ha così concluso l’esponente della giunta Chiamparino. 

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