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Negli uffici veterinari dell’Asl di Biella è vietato l’accesso… ai cani

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A differenza di quanto accade da tempo in Lombardia,  a Biella, e più in generale in Piemonte, l’accesso ai cani in ospedale è vietato. Divieto che, com’è facilmente immaginabile, si basa su possibili controindicazioni. Ma che un cane non possa accedere al Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria di Biella, ovvero in un ufficio espressamente dedicato al benessere degli animali, è un controsenso assoluto. 

A differenza di quanto accade da tempo in Lombardia,  a Biella, e più in generale in Piemonte, l’accesso ai cani in ospedale è vietato. Divieto che, com’è facilmente immaginabile, si basa su possibili controindicazioni. Ma che un cane non possa accedere al Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria di Biella, ovvero in un ufficio espressamente dedicato al benessere degli animali, è un controsenso assoluto.  
Ma è quanto accaduto a Biella dove una signora recatosi in via Don Sturzo per registrare all’apposita anagrafe il proprio quattro zampe è stata redarguita, per di più in malo modo a suo dire, e ha dovuto lasciare i propri animali fuori dalla struttura.  
«Nella giornata di giovedì – racconta la signora Silvia Tiani – mi sono recata nella sede del servizio accompagnata da mia figlia e dai nostri tre cani, un beagle e due amsaaff, Tra l’altro fino a poco tempo fa l’accesso al servizio era indipendente, essendo situato nel cortile, ed era gestito da impiegati preparati e gentilissimi che mai avevano nulla da ridire sulla presenza degli animali. Invece entro nella palazzina, mi avvicino al banco dove un’addetta mi fa notare un cartello di “divieto d’accesso agli animali”. Sottolineo che il cartello è posizionato non all’esterno dell’edificio, come da logica, ma in una posizione defilata e quindi visibile solo quando si è già all’interno. Ma al di là di questo l’impiegata ha poi preso il mano la mia pratica per fare il proprio lavoro. I problemi sono sorti con l’arrivo di un uomo che senza presentarsi tra l’altro, mi ha intimato con fare brusco di portare fuori i cani dai locali».
Ovviamente sorpresa la signora ha tentato di controbattere: «Ho immediatamente fatto notare l’assurdità del divieto considerando, appunto, che trovavo all’interno del Servizio veterinario dove l’oggetto del servizio sono gli animali stessi. Insomma non ero lì perche non avevo nulla da fare».
Il suo tentativo di far prevalere logica e buon senso non è servito a nulla. «Il mio interlocutore, che poi mi è stato riferito essere il direttore  – continua la testimonianza – è stato irremovibile appellandosi alle disposizioni della direzione. Quando ho replicato dicendo che non mi sembrava il caso di lasciare i cani fuori dalla struttura mi sono sentita rispondere in modo poco educato: “A me dei suoi cani non mi interessa nulla qui non possono stare”: Sinceramente non immaginavo una risposta del genere».
Per evitare ulteriori discussioni alla fine la signora di è dovuta arrendere: «Per fortuna che con me c’era mia figlia e quindi sono uscita e ho atteso fuori al freddo. Se non ci fosse stata lei sarei dovuta tornare a casa senza aver potuto combinare nulla».
La conclusione è scontata: «Devo dire comunque che anche ieri tra lo stesso personale in servizio c’è stato chi ha dimostrato simpatia nei confronti dei cani, ma a parte questo, quello che si è verificato è una totale assurdità. Posso capire il divieto di introdurre animali all’interno dell’ospedale dove esistono altre condizioni ma vietare l’ingresso dei cani nei locali del Servizio veterinario, ovvero nel posto espressamente dedicato alla loro tutela e benessere, mi sembra una cosa fuori dal mondo, un’assurdità incomprensibile».

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