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Muore a 45 anni per un malore

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Un sognatore col cuore ruvido, ma sensibile. Questo era Andrea Fornaro, scomparso nel fine settimana a soli 45 anni, a causa di un malore, al termine di una vita che spesso lo aveva visto finire ai margini.

Un sognatore col cuore ruvido, ma sensibile. Questo era Andrea Fornaro, scomparso nel fine settimana a soli 45 anni, a causa di un malore, al termine di una vita che spesso lo aveva visto finire ai margini.
Originario di Pralungo, da tempo viveva a Biella e tentava di arrangiarsi con lavori saltuari, quelli che a sempre più persone non consentono di vivere una vita normale, di avere una casa fissa e di stare alle “regole del gioco”.

«Mio fratello è morto abbandonato – sono le parole di Marco Fornaro che ci tiene a ricordare l’uomo che era -. Credeva nei valori sociali più che in quelli materiali. E questo lo rendeva diverso e lo faceva soffrire, perché purtroppo in questa società se non riesci ad adeguarti vivi male. Lui non si adeguava, questo lo ha lentamente portato a isolarsi sempre più. Non ha mai fatto del male a nessuno, i problemi li creava a se stesso, non agli altri, ma era emarginato a prescindere. Voleva essere ricordato come un simbolo del prezzo da pagare quando si sceglie una vita come la sua, dare un messaggio a chi si avvicina a certi stili di vita».

Non tutti, però, giravano la testa. Era conosciuto oltre che negli ambienti “alternativi”, anche e soprattutto tra i tifosi granata biellesi, per la sua grande passione per il Toro. La sua scomparsa ha destato profondo cordoglio, in particolare, tra gli amici del circolo dei Fedelissimi Granata. Quella per il toro era l’unica fede che si sentiva di professare. Anarchico dentro, infatti, da sempre si teneva alla larga da qualsiasi settarismo di tipo politico e religioso.
«Non gli piaceva seguire le correnti. La sua unica vera, grande passione era quella per la libertà. Certe scelte, però, lo avevano portato ad essere escluso dalla società. Lui stesso soffriva di questo, non si sentiva normale. Ma la normalità non esiste. Nonostante certi eccessi della sua vita, ha sempre avuto una grande dignità. Com’era mio fratello? Buono, buono, buono, pauroso e sensibile. Era molto forte, purtroppo solo fisicamente, si sentiva tremendamente solo».

La scomparsa di Andrea, che oltre al fratello lascia la mamma e il papà, ha scosso anche chi, nonostante tutto, non ha voltato lo sguardo e gli è rimasto vicino.
«Era un bohemienne – lo ricorda un amico -. Sognava di poter cambiare il mondo, ma alla fine proprio quel mondo e quelle sue regole alle quali non riusciva ad adeguarsi lo hanno tagliato  fuori. Era una brava persona, forse troppo sensibile».

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