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“Mollo tutto e mi rifaccio una vita a Tenerife”

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Così Alexander Coen, quarantacinque anni, spiega la ragione profonda del suo ultimo progetto: partire per Tenerife a bordo di un furgoncino Volkswagen (da lui stesso restaurato) e lì rimanere a tempo indefinito, il necessario per scrivere il libro che ha in mente.

 “Sono strano di mio, le cose normali le fanno tutti, sono quelle particolari che danno emozioni”.

Così Alexander Coen, quarantacinque anni, spiega la ragione profonda del suo ultimo progetto: partire per Tenerife a bordo di un furgoncino Volkswagen (da lui stesso restaurato) e lì rimanere a tempo indefinito, il necessario per scrivere il libro che ha in mente.

Fino ad oggi Coen era stato un imprenditore: “ho lavorato per vent’anni per un’azienda biellese che trattava mobili antichi; mi occupavo di formazione, crescita e sviluppo personale, insomma risorse umane. Ora l’azienda è stata venduta, così ho deciso di andare nelle Canarie, le isole di cui mi sono innamorato e in cui ho sempre sognato di ritornare. Il mio sogno è di usare un biglietto di sola andata, quando avrò finito il libro tornerò, qui c’è l’energia giusta per scriverlo”. E di cosa parlerà questo libro? “Tratterà di vari argomenti: di come le piccole cose possano cambiare tutto, di come le avversità possano trasformarsi in opportunità, delle dinamiche mentali che portano ad ottenere certi tipi di risultati invece che altri, di come il mondo stia cambiando veloce. Ha anche spunti autobiografici, ma è soprattutto un modo di aiutare quelle persone che sono in crisi, quelle che aspettano che il mondo cambi; il problema però è che siamo noi a dover cambiare, a trasformare la crisi in un’opportunità”.

Resta ormai solo da compiere il viaggio: “partirò oggi a mezzogiorno e mi dirigerò a Genova; di lì mi imbarcherò su un traghetto per la città di Barcellona, attraverserò l’Andalusia e giungerò in Portogallo. Dal Portogallo prenderò un secondo traghetto, e tramite quello giungerò finalmente nelle Canarie; dovrei arrivare il 22 (o almeno lo spero). Là vivrò all’interno del Volkswagen, mi affaccerò sul mare e otterrò l’ispirazione che mi serve”.

Stranezza? Forse. Ma al di là del libro che Coen intende scrivere, è la sua forza di rimettere in gioco tutto, di affidarsi ad un sogno – lui che secondo gli schemi tradizionali dovrebbe già aver abbandonato la giovinezza, l’età delle follie, ed essere entrato nella lunga fase della disillusione – a colpire più profondamente. Ognuno di noi ha il suo sogno nel cassetto: quando la vita sembra chiuderci le porte in faccia, forse ci sta solo spronando ad inseguirlo.

Eric Repetto

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