Attualità
«Mia moglie ha rischiato di morire per un calabrone I dottori le hanno salvato la vita»
BIELLA -Il confine tra la vita e la morte talvolta può essere particolarmente sottile, tanto quanto il pungiglione di un calabrone.
Lo ha scoperto sulla propria pelle una 43enne biellese, che nei giorni scorsi ha rischiato grosso a causa della puntura dell’insetto. La reazione allergica le ha causato uno choc anafilattico: la donna non respirava più, ma per sua fortuna sul proprio cammino ha incontrato due medici in gamba e con il sangue freddo. E’ successo domenica sera a Cossato.
«Eravamo a casa di amici – racconta il marito Fabio (il nome è di fantasia perché la coppia preferisce mantenere l’anonimato), 41 anni -, è stata questione di pochi attimi: abbiamo aperto la porta per far entrare il cane e un calabrone è volato all’interno. Mia moglie è allergica, vedendolo si è agitata, e il calabrone l’ha presa in pieno sul collo».
L’uomo non ha perso tempo, ha fatto salire la compagna sull’auto e si è avviato verso il presidio sanitario più vicino: la guardia medica di Cossato.
«All’inizio la situazione non sembrava gravissima – continua a raccontare -. Mentre accendevo la macchina ho telefonato all’ambulatorio, spiegando cos’era appena accaduto. Mi hanno chiesto se fosse cosciente e se respirasse e ho risposto di sì. Appena ho riagganciato, dopo un chilometro, Sofia (anche in questo caso il nome è di fantasia, ndr) ha iniziato a soffocare. Le si era gonfiato il collo e non era più in grado di respirare. Temevo di arrivare troppo tardi, ce l’abbiamo fatta appena in tempo».
La situazione è stata quindi rapidamente riportata sotto controllo: «I due medici le hanno immediatamente fatto alcune punture e dato l’inalatore, erano spaventati e preoccupati pure loro. Poi sono arrivati quattro sanitari del 118, che hanno ricontrollato parametri e valori, ma fortunatamente mia moglie stava già meglio. Anche il personale del 118 ha fatto i complimenti ai due medici per come avevano gestito la situazione».
Sofia se l’è dunque cavata senza conseguenze, le è rimasto soltanto il dolore al collo. Per questa ragione lei e il compagno hanno voluto ringraziare pubblicamente la guardia medica di Cossato: «Sono stati davvero bravi – sottolineano -, perfetti. Hanno gestito tutta la vicenda con grande professionalità. Spesso si parla della sanità solo quando qualcosa va storto, a volte invece è giusto ricordare i tanti episodi positivi quotidiani, anche se magari fanno meno notizia. Per questo vogliamo ringraziarli. Purtroppo sappiamo soltanto il nome del medico più “anziano”, il dottor Matteo Grilli. Dell’altro, quello più giovane, non lo conosciamo, ma a entrambi va tutta la nostra riconoscenza».
m.f.
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