Seguici su

Attualità

“Mi chiamo Monica, sono sopravvissuta al cancro due volte”

Pubblicato

il

La testa calva è la cicatrice visibile di un tumore. È una calvizie temporanea, ma è il segno che attira gli sguardi, che obbliga a un cruccio estetico quando si vorrebbe pensare ad altro.

La testa calva è la cicatrice visibile di un tumore. È una calvizie temporanea, ma è il segno che attira gli sguardi, che obbliga a un cruccio estetico quando si vorrebbe pensare ad altro. E’ diventato il simbolo di una sofferenza e di una battaglia per la vita. E ora potrebbe non essere più l’effetto obbligato delle cure: esiste un’apparecchiatura che salva i capelli durante la chemioterapia.
Il Fondo Edo Tempia, forte dei 35 anni di attività in campo oncologico, conosce molto bene il problema della perdita dei capelli per le donne che si ammalano di tumore: un problema non solo estetico, ma che provoca un grande malessere psichico. Conservare i propri capelli, infatti, dona maggiore forza alla paziente per affrontare il trattamento e per non dover mostrare al mondo la propria malattia. Esiste un macchinario, DigniCap, che offre la possibilità alla donne di ridurre la perdita dei capelli indotta dalla chemioterapia, contribuendo ad alleggerire questo periodo difficile e carico di stress. La Fondazione Tempia desidera dotare l’ospedale di Biella di DigniCap, il costo dell’operazione di acquisto è di 49.000 euro e l’obiettivo minimo di raccolta fondi online è di 25.000. In caso non si raggiunga l’intero budget necessario all’acquisto, la Fondazione stanzierà l’eventuale rimanenza (per non oltre 24.000 euro).
«Sono Monica mi chiamano “guerriera” – è la testimonianza di una sopravvissuta alla malattia – perché ho vinto il cancro, due volte. La prima, quando da poco ero diventata mamma e compagna, in un momento magico ma al tempo stesso molto delicato per la donna, anche sotto il profilo fisico. Quella volta, oltre all’angoscia per l’asportazione del seno e la paura della malattia, ho dovuto conoscere una sensazione scioccante: vedere i miei capelli, seppur tagliati preventivamente, incrinarsi come fossero di vetro e cadere a ciocche… con dolore.. e non ero pronta».
«Quando ho incontrato – continua la narrazione – per la seconda volta il mio nemico – continua la testimonianza –  sapevo cosa mi sarebbe successo, ma neppure questa volta è stato più facile. Tutti ti dicono che sono solo capelli… ma non sono solo capelli, è il tuo essere donna che cade sul lavandino e la parrucca non può cancellare quella sensazione angosciante che provi quando la ciocca ti resta fra le dita. Quella donna allo specchio con la parrucca non sei più tu! Prima di ammalarmi, pensavo che il cancro fosse una cosa lontana, forse accaduta a qualche parente che conoscevo appena e che oggi non c’è più. Mi sono accorta che non è così, quasi ogni persona che conosco vive, per sé o per un caro, una battaglia come la mia. Credo che ogni donna abbia voglia di ritrovare la propria femminilità quando si guarda allo specchio mentre combatte con tenacia la sua battaglia; tutte abbiamo il desiderio di conservare la nostra identità, perché senza capelli non siamo guerrieri, ma soldati senza volto… tutti uguali».

«Ogni anno – spiega Adriana Paduos, chirurgo senologo _ trattiamo circa 150 casi di tumore della mammella. 150 donne che ricevono la “brutta notizia”. Comunichiamo loro che hanno un cancro, che dobbiamo operarle e che dovranno sottoporsi a terapie. Tutte chiedono se sopravviveranno e, quando diciamo loro di si, chiedono “…ma perderò i capelli?. Sono una donna, capisco che questo rappresenterà per le pazienti un ulteriore peso da sopportare… Con una piccola donazione puoi aiutare le donne che si ammalano a preservare la loro immagine in un momento difficile come quello della malattia».
Per  donare: https://www.retedeldono.it/it/progetti/fondo-edo-tempia-per-la-lotta-contro-i-tumori-onlus/prima-di-tutto-donna

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook