Attualità
Ma quale festa e quale sinistra ha celebrato il 1° Maggio?
Pausa caffè, la rubrica di Giorgio pezzana
In genere non mi occupo di politica e se lo faccio cerco di evitarlo in questa sede. “Pausa caffè” è una riflessione settimanale perlopiù di attualità e costume e la politica, qualunque sia l’argomento, non può esaurirsi nello spazio di una rubrica. Però, alcuni episodi della giornata del 1° Maggio, qualche pensiero me lo hanno sollecitato.
A cominciare dal senso di questa ricorrenza, in un Paese come il nostro, ove i giovani statisticamente lasciano le loro famiglie con un’età media che supera i trent’anni e prima non lo possono fare, perché non sarebbero in grado di mantenersi. Disoccupati, in cerca di occupazione, oppure sottopagati, senza contratti di lavoro regolari, talvolta sfruttati (e non solo i giovani, purtroppo, ma anche molti padri di famiglia).
E dunque, che cosa si è festeggiato? Molte persone occupate, corrono ogni giorno rischi reali, come dimostrano i dati degli infortuni sul lavoro, perché troppo spesso le misure di sicurezza non vengono osservate o perché talvolta la stanchezza è davvero troppa e basta un attimo di distrazione. Nel marzo del 2022 è stato registrato un incremento di infortuni sul lavoro pari al 46,6%. E spesso si è trattato purtroppo di infortuni mortali.
E dunque, che cosa si è festeggiato domenica scorsa? I salari di chi lavora sono fermi da decenni, l’Italia è il fanalino di coda in Europa sulle tematiche degli aggiornamenti salariali, ma quando nei giorni scorsi il ministro Orlando ha accennato all’ipotesi di circoscrivere gli aiuti governativi alle imprese che si impegnino a migliorare i salari, è intervenuto con veemenza il presidente di Confindustria parlando di un atteggiamento ricattatorio da parte del Governo nei confronti delle imprese.
E allora, che cosa abbiamo festeggiato il 1° Maggio? A Torino, la manifestazione che avrebbe dovuto vedere uniti tutti i lavoratori nel giorno a loro dedicato, ha finito per spaccarsi, andando ad occupare due piazze con relative cariche della polizia. La manifestazione ufficiale aveva assunto come bandiera la difesa dell’Ucraina, sottintendendo dunque la tesi di chi è a favore dell’invio di armi contro l’invasore russo. Ma in un’altra piazza, la folla staccatasi dal primo contingente di manifestanti, andava sostenendo l’esatto contrario, dando voce ad un partigiano novantasettenne che con la forza di chi la guerra l’ha fatta davvero ed oggi è uno dei pochissimi testimoni rimasti, sottolineava a gran voce l’incostituzionalità dell’invio di armi all’Ucraina. Eppure quel corteo avrebbe dovuto rappresentare quelle forze di sinistra ispiratrici della festa del 1° Maggio. Ma di quale sinistra e di quale festa si stava mai parlando?
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