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L’Urologia dell’Asl di Biella al sesto posto per attività chirurgica oncologica in Piemonte

Zaramella: «La prossima sfida da vincere è di portare a Biella la chirurgia robotica»

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BIELLA – In Italia la pandemia Covid ha avuto un forte impatto sui servizi ospedalieri, con una riduzione dei ricoveri nel 2020 di 1 milione e 700mila unità rispetto al 2019. Il calo riguarda maggiormente i ricoveri ordinari e in day hospital, soprattutto interventi chirurgici programmati; si stima in questo ambito che la riduzione dell’attività sia stata di circa il 25%, mentre la riduzione dei ricoveri urgenti si sia attestata al 13%.

Questi sono alcuni dati del report annuale del Programma Nazionale Esiti 2021 (PNE), realizzato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) in collaborazione con l’Istituto Superiore della Sanità, presentato lo scorso 15 dicembre nella sede del Ministero della Salute a Roma in presenza del Ministro Roberto Speranza. Attraverso il Piano Nazionale Esiti viene fornita la fotografia dello stato di salute del sistema sanitario italiano tramite molteplici indicatori.

Urologia di Biella in costate crescita: è al sesto posto per attività chirurgica oncologica in Piemonte

Il dottor Stefano Zaramella, Direttore della Struttura Complessa Urologia dell’Ospedale dell’Asl di Biella, spiega che «in questo contesto generale di sofferenza da parte del sistema sanitario italiano il nostro reparto, seppur facendo registrare una riduzione complessiva dell’attività di circa il 20% nel 2020, in linea con il trend regionale per gli effetti della pandemia, ha viceversa aumentato l’attività oncologica e di chirurgia maggiore rispetto agli anni precedenti, garantendo cure tempestive e di qualità ai malati oncologici e con patologie più gravi».

Se consideriamo in aggregato il numero di interventi maggiori eseguiti per tumore alla prostata, al rene e alla vescica, l’Urologia biellese si attesta al sesto posto nell’ambito regionale (su 35 strutture) con 92 interventi eseguiti. Guidano la classifica le grandi Aziende ospedaliere-universitarie: l’Ospedale Molinette di Torino, seguito da San Luigi di Orbassano, Maggiore di Novara, Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e Santa Croce di Cuneo.

«Anche nell’ambito della cura delle patologie benigne, pur con le difficoltà conseguenti alla riduzione delle ore di sala operatoria dovuta alle riorganizzazioni del personale, impegnato nella lotta alla pandemia, abbiamo cercato di fornire un servizio adeguato ai bisogni di salute della cittadinanza – aggiunge Zaramella – In tal senso il reparto si conferma ai vertici regionali per numero di interventi per ipertrofia prostatica, altro parametro considerato dal Piano Nazionale Esiti».

Nel 2021 l’attività del reparto di Urologia è ulteriormente cresciuta rispetto al 2020, nonostante per lunghi periodi, soprattutto all’inizio dell’anno, le attività urologiche siano state ridotte a causa della pandemia. «La performance globale del reparto è risultata addirittura migliore del 2019 (attività pre pandemia Covid) – afferma sempre il Direttore del reparto – Abbiamo recuperato le liste d’attesa per le visite e in parte gli interventi chirurgici arretrati. Il numero di interventi maggiori in ambito oncologico monitorati dal PNE sono passati dai 92 del 2020 ai 115 del 2021, confermando la Struttura fra quelle a più alto volume di attività della Regione Piemonte. Una quota considerevole di prestazioni di ricovero inoltre, circa il 23%, viene erogata a pazienti proveniente da altre Asl piemontesi o da altre regioni».

Negli ultimi due anni l’organico del reparto è cresciuto di due unità: dal 2020 fa parte dell’équipe il dottor Davide Giraudo, proveniente da Milano, esperto in chirurgia endourologica e percutanea delle calcolosi, cui da poco si è aggiunto il dottor Nicolò Testino, neo specialista, proveniente da Genova.

Dallo scorso novembre inoltre la Struttura Complessa di Urologia è entrata a far parte della rete formativa dell’Università degli Studi di Genova; grazie a questo accordo il reparto è attualmente frequentato da medici specializzandi che effettueranno parte del proprio percorso formativo proprio a Biella.

Le sfide tecnologiche per il futuro: la chirurgia robotica

«La qualità delle prestazioni sanitarie offerte alla popolazione non posso prescindere dal disporre di tecnologia all’avanguardia e professionisti all’altezza – dichiara ancora Zaramella ­– La struttura di Urologia ha ottenuto questi risultati anche grazie alla generosità e alla lungimiranza del territorio: mi riferisco alle moderne attrezzature che le associazioni private biellesi hanno consegnato all’Ospedale, in particolare al laser ad Holmio donato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e dalla Fondazione Tempia, che consente interventi alla prostata e per i calcoli urinari sempre meno invasivi, e alla moderna colonna laparoscopica 3D/4K donata dal Rotary Club Biella, che migliora ulteriormente la visione e la precisione dei gesti chirurgici in chirurgia laparoscopica».

«Quando partecipiamo a progetti di sostegno della sanità pubblica, sono questi i risultati che speriamo di ottenere – dice Viola Erdini, Presidente della Fondazione Tempia – La tecnologia è fondamentale in campo medico ma lo è soprattutto quando si combina insieme alle competenze e alla professionalità umane, al fine di essere utile per il maggior numero possibile di pazienti. Quello che abbiamo fatto insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, acquistando il laser ad Holmio per la chirurgia microinvasiva, è un vero e proprio investimento per il bene comune di chi ha bisogno di cure ma anche per il territorio perché ha consentito all’Ospedale di Biella, come dimostrano questi dati, di ritagliarsi un ruolo sempre più importante in ambito regionale».

«L’Ospedale di Biella rappresenta un presidio di salute e cura per tutto il territorio – interviene Franco Ferraris, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Biella – La qualità umana e professionale delle persone che vi operano, l’altissimo livello delle tecnologie in esso racchiuse e soprattutto la visione di sviluppo condivisa dal territorio sono elementi su cui si fonda questa eccellenza. La Fondazione sostiene da sempre l’acquisto di attrezzature d’avanguardia, come il laser ad Holmio, nell’ambito di un impegno condiviso con ASLBI e con partner strategici come la Fondazione Tempia. I risultati di oggi premiano gli sforzi di tutti e ci rafforzano nel voler investire per il futuro».

Aggiunge infine Zaramella: «La prossima sfida da vincere è di portare a Biella la chirurgia robotica, tecnologia già presente in alcune strutture regionali con volumi di attività paragonabili alla nostra. Una piattaforma robotica sarebbe condivisa con la Chirurgia Generale diretta dal dottor Roberto Polastri, altra eccellenza della chirurgia mininvasiva, e con l’Ostetricia e Ginecologia diretta dalla dottoressa Bianca Masturzo, garantendo la massima sostenibilità dell’investimento. Infatti solo in strutture che garantiscono alti volumi di attività i costi delle tecnologia robotica vengono adeguatamente ammortizzati, assicurando una corretta allocazione delle risorse pubbliche».

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