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L’Oro della Lama, un cortometraggio omaggio al Biellese

Il regista Francesco Carlo Lorenzini, 29enne di Ponzone, racconta l’idea alla base del film dedicato alla sua terra

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BIELLA –  «L’idea di questo cortometraggio è figlia, potremmo dire, di un’epifania. Un giorno sono tornato a casa e, per la prima volta, ho guardato il paesaggio che mi circondava con occhi differenti rendendomi finalmente conto di quanto fosse bello il posto in cui vivevo. Dentro di me qualcosa era cambiato e sentivo l’esigenza di raccontare questa mia trasformazione».

Inizia con una battuta l’intervista a Francesco Carlo Lorenzini ideatore e regista del cortometraggio “L’Oro della Lama” interamente ambientato nel Biellese e le cui riprese inizieranno a fine maggio. Nato a Ponzone, 29 anni tra qualche giorno, Francesco si è laureato alla IULM in Cinema e nuove tecnologie, conseguendo poi un master in scrittura cinematografica presso la Luchino Visconti di Milano, città dove ha deciso di rimanere anche dopo aver terminato gli studi.

Nonostante la scelta di non rientrare a vivere nel Biellese è proprio alla sua terra d’origine che ha deciso di dedicare la sua “opera prima”, come mai?
Sono ormai diversi anni che penso a questo progetto. Per una serie di motivi, non ultimo quello legato al budget, ho dovuto rimandare l’inizio delle riprese diverse volte. Questo, però, mi ha permesso di avere più tempo per riflettere su come impostare la storia, sui suoi personaggi e su chi dovesse interpretarli. Quello che sapevo con sicurezza, però, era che il paesaggio doveva essere il protagonista, e non un paesaggio qualsiasi, ma quello di casa mia, dell’Alta Vallesessera: il mio luogo del cuore. Partendo da questa consapevolezza ho sentito la responsabilità di dover valorizzare e, se possibile, migliorare il posto dove sono nato e che amo: ho deciso, quindi, di farlo attraverso un film.

Entrando nello specifico, qual è la trama del suo cortometraggio?

Racconta la storia di due fratellastri, Gianni, 24 anni, e Carlo, 12 anni, del loro rapporto e di come percepiscono in modo differente il luogo in cui vivono: tra l’insofferenza del più grande che vuole e sta per lasciare i posti della sua infanzia, ma non sa come dirlo al fratellino, e l’amore del minore per la natura che vive a 360 gradi. Una gita nella vecchia baita del padre, luogo amato da entrambi, fornirà l’occasione a Gianni per parlare a Carlo del suo imminente trasferimento.

Quanto c’è di autobiografico in questo racconto?

Potrei dire che sono sempre io, o meglio che Carlo e Gianni e il loro modo di vivere l’ambiente in cui sono nati, rispecchiano il me nel tempo. Anche nella mia vita c’è stato un momento in cui volevo andare via da Ponzone, non in maniera così esasperata come Gianni, ma è un sentimento che ho provato anch’io. Poi, come dicevo all’inizio, ho avuto un’epifania e mi sono reso conto di quanto sia meraviglioso il Biellese e di quanto sia importante riconoscere questa bellezza, il cuore del film risiede proprio qui.

Nel cast e nella produzione del film, a parte Giulia Bellini di Cossato, gli altri vengono tutti da fuori, loro cosa ne pensano della nostra provincia?

Il direttore della fotografia, figura fondamentale in ogni produzione cinematografica è impazzito. Dopo essere stato all’Oasi Zegna mi ha detto «Sarà un film sicuramente incredibile, almeno dal punto di vista visivo… ». Una battuta che però rende bene l’idea di che impressione possano fare i nostri paesaggi alle persone che non li hanno mai visitati. A proposito di Oasi Zegna, ci tengo a ringraziarla per il supporto che ci ha dato e ci sta dando per la realizzazione di questo lavoro. Tornando alla parte organizzativa, infatti, una delle cause che ha portato ai ritardare le riprese sono le risorse economiche. Speravamo di poter partecipare a qualche bando, ricevere un sostegno anche dalle istituzioni, dal ministero o dalla provincia, ma purtroppo così non è stato. Ci siamo organizzati diversamente lanciando, fra l’altro, anche una raccolta fondi alla quale è ancora possibile partecipare, per un mese circa, su https://www.kickstarter.com

Un’ultima domanda, quando potremo vederlo?

Questo autunno, le riprese inizieranno a fine maggio e dovrebbero terminare il 6 giugno, poi ci sarà la fase di montaggio. Dovrebbe durare un po’ di più rispetto ai cortometraggi usuali, circa 25 minuti, ovviamente in fase di montaggio decideremo.

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