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Liceo Classico, anche a Biella calo di iscritti: “Ma restiamo la scuola migliore”

Intervista al preside del liceo “G. e Q. Sella”, Gianluca Spagnolo

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Liceo Classico superato e, addirittura, da abolire? Il preside Gianluca Spagnolo del “G. & Q. Sella” non ha dubbi sul dibattito nazionale di queste settimane.

Serve ancora il “vecchio” Classico?

Ma certo, non scherziamo. E sul vecchio, non sono d’accordo. Siamo una scuola moderna. Una scuola che apre la mente dei ragazzi e delle ragazze, che non si concentra su una disciplina specifica, ma crea le basi per studiare all’università qualsiasi materia. Gli studenti che fanno bene il Classico hanno una marcia in più e possono ambire a qualsiasi professione.

Eppure in Italia c’è un calo di iscritti. Anche a Biella?

Sì. Nell’ordine di una decina di unità. Questo comporterà una sezione in meno, l’anno prossimo. Anziché tre prime ne avremo due. Anziché tre classi poco numerose ne avremo due un po’ numerose. Peccato ma non è un problema.

Dura da tempo, questa diminuzione?

No. Le cifre sono stabili e costanti, con piccole variazioni, da diverso tempo. Gli iscritti hanno sempre oscillato tra i 45 e i 48. Ricordo un anno con 53 iscrizioni, prima del “Covid”. Quest’anno ne abbiamo 40.

Che spiegazione si dà?

La pandemia sanitaria ha inciso e non poco. I giovani, peraltro non solo loro, sono più fragili. E così in molti preferiscono non affrontare una scuola molto seria, che richiede impegno e costanza nello studio. Una scuola in cui ci sono il greco e il latino crea timori, portando ragazzi e ragazzi a scegliere percorsi più tranquillizzanti.

Cioè istituti tecnici o licei sperimentali.

E’ una lettura che do soprattutto a livello nazionale, perché non credo che a Biella si possa parlare di una crisi, in ragione delle cifre date prima.

E’ stato preside sia all’Iti sia al “Bona”. Condivide le scelte di questi ragazzi che voltano le spalle al Classico?

Siamo una scuola aperta a tutti, che ha come obiettivo quello di formare ragazzi e ragazze autonome nel pensiero e nella comprensione del mondo, di ieri e di oggi.

Capisco che alcune materie creino timori. Ma si deve guardare all’obiettivo finale: diventare cittadini maturi, capaci di leggere la realtà, con un metodo di studio e di lavoro spendibile sempre e ovunque. Quindi comprendo umanamente i giovani che non se la sentono di venire al Classico, meno la polemica di questi giorni.

Il Liceo Classico è da sempre considerato la scuola dell’alta borghesia cittadina e della classe dirigente del futuro. Forse anche un po’ classista e snob. E’ così?

Assolutamente no. Quel mondo, se mai è esistito, non c’è più da un pezzo. Siamo una scuola aperta, anzi apertissima, a tutti i giovani che vogliono progettare il proprio futuro in modo ambizioso.

In che senso?

Chi fa bene il Classico può andare a studiare in qualsiasi facoltà universitaria, da Medicina a Ingegneria. E fare bene. Ma non solo. Studiare da noi aiuta a maturare spirito e capacità critiche per risolvere i problemi. Queste sono poi le abilità che chiedono le aziende, al di là di competenze specifiche. Questo insegnano il greco, il latino o la filosofia: a vedere, ad affrontare e a risolvere le criticità, osservandole da molteplici punti di vista. Un diplomato del Classico non guarda al lavoro dopo la maturità, bensì a un percorso di crescita personale e umana.

Suona un po’ come uno spot per la sua scuola.

No, è quello che penso. E le spiego perché….

Prego.

Chi si iscrive al Classico, quasi sempre, non ha partecipato ai nostri “Open day”. C’è a monte una scelta precisa, determinata, che spesso matura già dai banchi delle scuole medie, di misurarsi con un’eccellenza. Chi sceglie il Classico, non ha bisogno di vedere di che colore siano i muri delle nostre aule qualche mese prima di iscriversi. Cerca altro. Spesso una sfida, ambiziosa, con il meglio della cultura occidentale.

Chi sceglie istituti professionali o tecnici, invece…

In linea di massima punta, alla fine dei cinque anni, ad un diploma spendibile subito nel mondo del lavoro. Molti di questi studenti poi vanno all’università e fanno bene, perché il sistema scolastico biellese è un’eccellenza.

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1 Commento

1 Commento

  1. silvanapramaggiore

    15 Febbraio 2023 at 18:06

    assolutamente concorde, chi sceglie il Classico ha già una scelta, personale , con l appoggio famigliare, ben precisa, non ha bisogno di open day – e chi esce dal Classico può far tutto, nella vita

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