Attualità
Libera Biella ricorda via D’Amelio e rilancia la lotta alle mafie
Sabato scorso Libera Biella ha ricordato il 22° anniversario della strage di via D’Amelio. Con il Giudice Paolo Borsellino, morirono il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Sabato scorso Libera Biella ha ricordato il 22° anniversario della strage di via D’Amelio. Con il Giudice Paolo Borsellino, morirono il caposcorta Agostino Catalano e gli agenti Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Libera Biella, facendo propria una frase sulla mafia che Borsellino pronunciò durante un’assemblea studentesca: “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene” da cinque anni commemora questa data. A differenza degli anniversari precedenti, dove sono sempre stati promossi a Biella momenti pubblici, questa volta il Presidio di Libera “Springer Azoti” ha deciso di dedicare una giornata intera alla formazione e alla discussione interna nella gradevole cornice di Villa Berlanghino a Cossato.
Il tema principale della giornata di lavoro ha riguardato la presenza delle mafie in Piemonte, soprattutto alla luce delle ultime vicende che riguardano la nostra Provincia.
“Il sequestro preventivo, nella zona di Vallemosso, di beni del valore di circa 700.000 euro, riconducibili a due fratelli indagati per associazione mafiosa – spiega Domenico Cipolat -, conferma, anche per la nostra Provincia, quanto emerso dall’operazione Minotauro del 2011 e dagli esiti dei processi a questa collegati: la ‘ndrangheta è presente in tutto il territorio piemontese”.
In più di un’occasione Libera Biella aveva sottolineato che il Biellese non poteva ritenersi immune dal rischio di “interessamento” da parte della criminalità organizzata, esortando alla conoscenza del fenomeno e quindi alla vigilanza, primi elementi fondamentali per prevenirlo.
“Essersi cullati nel sogno di un territorio “‘isola felice” – continua Cipolat – ha causato, di fronte ad un’operazione di così largo raggio e portata, un brusco risveglio, trovando impreparato il territorio ed il tessuto sociale nell’affrontare e contrastare la penetrazione mafiosa: la criminalità è organizzata, la società civile no. L’essere Biella una Provincia “periferica” e “tranquilla” sono proprio le prerogative che la mafia ricerca per investire e ripulire i propri proventi illegali”.
La formazione continua, l’informazione puntuale e documentata su una piaga che il nostro Paese non è ancora stato in grado, o non ha voluto, sanare, continuano ad essere, oggi ancor di più, elementi basilari di quell’impegno che Libera da vent’anni porta avanti per creare una società formata da cittadini veramente responsabili.
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