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Lauretana, produzione acqua frizzante a rischio

Introvabile l’anidride carbonica per l’acqua frizzante, ripercussioni sulle aziende del settore come Lauretana. Sant’Anna ferma le macchine

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Come ogni anno i produttori di acque minerali sono costretti a fare i conti con l’emergenza siccità diventata ormai endemica. Questa estate si è aggiunta una seconda problematica, assolutamente inattesa, vale a dire la mancanza di Co2 – la comune anidride carbonica – elemento indispensabile nel processo produttivo.

La CO2 è diventata introvabile sul mercato

Acqua minerale nel Biellese è ovviamente sinonimo di Lauretana. Abbiamo così chiesto all’amministratore delegato Giovanni Vietti di fare il punto della situazione.

«Per quanto riguarda il problema della siccità – è la risposta – la situazione non è certamente positiva considerando che il livello della falda è sceso a quello che solitamente si risconta nel mese di agosto ma, detto questo, al momento il deficit non comporta il rallentamento della produzione. Diverso è invece il discorso per l’anidride carbonica».

Nei giorni scorsi Acqua Sant’Anna, il più grosso produttore europeo di acque oligominerali, ha fermato la produzione dei prodotti gassati perché, come ha dichiarato il suo amministratore delegato, la Co2 è improvvisamente sparita dal mercato.

Vietti: “Situazione delicata, anche perché la domanda di acqua in questo periodo è ai massimi livelli”

«La situazione in effetti è delicata – conferma Giovanni Vietti – in quanto la produzione di anidride carbonica è scesa a livelli non in grado di soddisfare la domanda che in questo periodo, ovviamente, raggiunge i suoi massimi livelli. Secondo quello che ci è stato detto, il problema è nato perché due stabilimenti che producono Co2 hanno interrotto la lavorazione a causa di non meglio specificati problemi tecnici. Almeno questo è quanto noi sappiamo».

Dunque il rischio paventato di un blocco quasi totale dell’intera produzione nazionale di acque minerali gassate può diventare concreto.

“Abbiamo scorte di CO2 per una decina di giorni, ci auguriamo che la situazione torni alla normalità”

«Uno dei due nostri tradizionali fornitori ci ha detto che non è più in grado di far fronte alle nostre richieste mentre dal secondo abbiamo ricevuto una fornitura di 11mila chilogrammi di anidride carbonica necessaria per garantire la produzione per una decina di giorni. Questa è la situazione, certamente delicata. Come è ormai noto il problema è diventato di portata nazionale e quindi ci auguriamo che nei prossimi giorni la situazione possa ritornare alla normalità. Lasciare l’intero Paese senza uno dei prodotti più tipici e consumati è una condizione che non vogliamo prendere nemmeno in considerazione».

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