Attualità
La storia a lieto fine di Angela, ragazza di Kabul che vive a Biella
Un articolo di Vittorio Barazzotto
Si chiama Angela, gioca a calcio, studia da chef e sogna di prendere il brevetto da pilota: identikit di una ragazza di 15 anni che vive a Biella.
Nonostante il suo aspetto e le sue ambizioni la rendano un’adolescente figlia del nostro tempo, la sua storia è unica e nasce in una terra lontana e tormentata: l’Afghanistan, in cui viveva con la sua famiglia sino ad un anno fa.
I talebani l’hanno indotta a scappare, con parte della sua famiglia, su un aereo partito da Kabul ad agosto 2021. Non era un volo come un altro, era l’ultimo corridoio umanitario per la salvezza, tanto che alcuni uomini si sono aggrappati al suo aereo in fase di decollo in un tragico tentativo di fuga, immortalato dai cronisti di tutto il mondo.
Ora lei vive a Biella con sua mamma e un fratello minore, mentre suo padre e gli altri fratelli e sorelle sono ancora in Afghanistan.
La frequentazione della scuola l’ha aiutata ad integrarsi velocemente, anche grazie ai professori ed ai compagni che si sono impegnati nel cercare di comunicare efficacemente con lei, nonostante lo scoglio iniziale della lingua.
Trascorso un anno il suo italiano è buono e lei è felice di aver ritrovato una normale quotidianità, la speranza di ricongiungersi presto con la parte di famiglia rimasta in Afghanistan non le fa perdere il sorriso.
A scuola ha trovato sostegno, tanto che i suoi compagni di classe si sono documentati e, a sorpresa, hanno preparato un video dedicato al suo Paese con l’inno nazionale afgano come sottofondo, suscitando nella ragazza un sentimento di commozione che si è diffuso velocemente in tutta la classe.
Il destino di questa ragazza è analogo a quello di tante altre persone che si sono trasferite a Biella da luoghi lontani e si sono mescolate senza conflitti con la nostra cultura. Parlare la stessa lingua, frequentare le stesse scuole, lavorare regolarmente è sinonimo di inclusione e di fusione tra culture diverse che arricchisce umanamente tutti noi e ci rende cittadini del mondo. Nella foto Angela e la sua famiglia insieme agli insegnanti che l’hanno seguita in questo suo primo anno in Italia.
Vittorio Barazzotto
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