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La riforma presentata dalla Ministra Cartabia particolarmente difficile da comprendere e accettare

Scandalo del Tempio Crematorio di Biella

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Gentile direttore,

La riforma presentata dalla Ministra Cartabia a mio parere, si annuncia particolarmente difficile da comprendere e accettare,soprattutto per quelle Famiglie che stanno ancora aspettando il primo grado di giudizio della causa che le vede a loro malgrado coinvolte, per fare alcuni esempi i Parenti delle Vittime del Ponte Morandi oppure coloro che attendono giustizia dalla strage dell’Hotel di Rigopiano (  sono ancora in una fase preliminare dopo 4 anni e mezzo dal fatto) o il disastro ferroviario di Viareggio che ha provocato la morte di 32 persone e che a distanza di 12 anni , tra udienze, processi e Cassazione , per il quale,la cosiddetta giustizia ha mandato in prescrizione molti dei reati contestati ai massimi dirigenti ferroviari.

Se dovessimo tornare indietro di qualche anno e la riforma Cartabia fosse in vigore così come presentata , alcuni processi ad esempio il  pestaggio alla “Diaz” durante il G8 di Genova o il crac Parmalat oppure il maxi processo alla mafia o il “caso Cucchi” per citarne alcuni,andrebbero in prescrizione.

Il Guardasigilli ,per velocizzare i processi , propone  un limite di due anni per l’appello e uno per andare in Cassazione , se si considera che un imputato nel corso del processo/udienze potrebbe  presentare giustificazioni mediche o di altro impedimento oppure se il giorno di comparizione ci fosse uno sciopero delle camere penali , la causa si potrebbe protrarre fin’anche all’improcedibilità.

La riforma rientra anche in un ambito europeo, nell’ottica di ottenere i finanziamenti sul Recovery Fund. Tutto plausibile direbbe qualcuno! Ma come si potranno ridurre i tempi, come propone la Ministra, con la perenne carenza di Magistrati, Cancellieri e Amministrativi che non potrebbero , con organici così esigui, velocizzare i processi?

Venendo alla causa dove sono coinvolto personalmente, lo scandalo del Tempio Crematorio di Biella , che vede già condannati in 1° grado i Fratelli Ravetti dell’omonima impresa funebre  ed ex gestori del forno crematorio che hanno presentato appello , mi chiedo come andrebbe a finire se la “proposta Cartabia” andasse in vigore e

nonostante i reati commessi prima dell’1/1/ 2020 ( la prescrizione, se passasse la riforma, verrebbe applicata da quella data in poi), siamo sicuri che non si troverebbero pene accessorie in alternativa alla detenzione, come viene indicato in alcuni passaggi “della Cartabia” ? A distanza di alcuni mesi dalla definitiva archiviazione della maxi denuncia ( più di 500 Famiglie  per i propri Cari ) , visto i presupposti citati nella riforma di “una ragionevole condanna” , si potrebbe  riaprire un ulteriore procedimento penale? Perchè gli inquirenti si limitarono a prendere in considerazione “solo” quei casi accertati dalle videoregistrazioni? Il Giudice incaricato e il PM hanno sempre sostenuto che non c’era “ la prova provata” per poter riaprire una nuova indagine , ma quale “prova provata” avevano ancora bisogno dopo le schiaccianti e allucinanti prove , confessioni e i numerosi “corpi di reato” emersi dall’indagine? Allora se non ci fossero state le sopracitate videoregistrazioni il caso sarebbe esistito oppure….? Cosa impedisce veramente alla Magistratura la riapertura di nuove indagini?

Domande che alla luce dei fatti dovrebbero avere delle risposte!

Se dovesse passare la Legge così com’è ( con l’esclusione dalla prescrizione dei casi di mafia, ergastolo e violenza sulle donne… e ci mancherebbe ancora!) sarebbe veramente uno scandalo e diventerebbe una doppia condanna  per tutte le Famiglie colpite nei propri affetti che attendono giustizia per i propri Cari. Periti sotto alle macerie, o precipitati da un ponte o travolti da una valanga o da una manovra azzardata di un comandante di nave o il sottoscritto, come altri Famigliari delle Vittime del Crematorio di Biella che ancora oggi non sappiamo chi e cosa abbiamo nelle urne .

Galuppi  Paolo

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