Attualità
La Resistenza nel Biellese, il quinto appuntamento di “Raccontare è resistere”
Mercoledì 3 luglio presso la Proloco di Sala Biellese
Quinto appuntamento con la rassegna RACCONTARE È RESISTERE. La Resistenza biellese nei filmati di Pier Giorgio Clerici: la serata di mercoledì 3 luglio vedrà la proiezione di “«Per me, non poteva essere che così…» Vanda Canna”.
Il quinto appuntamento di “Raccontare è resistere”
Vanda Desdemona Zemira Canna per la generazione che ha vissuto la Lotta di Liberazione tra Biellese e Valsesia era semplicemente “la Vanda”. Classe 1921, figlia di Antonio – fuggito dalla natìa Milano a Borgosesia per la sua partecipazione ai moti del 1896 – e di Marianina Lavatelli, di Cerano nel Novarese – che alternava il lavoro da mondina in risaia a quello di operaia in una filanda – Vanda aveva nel suo dna il fuoco del socialismo, che condivideva con un’altra sorella, Emilia, prima staffetta di Moscatelli, e con altri 4 fratelli maschi. Nonostante la sua gracilità (“sono nata settimina”) aveva un carattere di ferro, e una volontà ancora più forte, che le permise di attraversare indenne posti di blocco disseminati nel percorso ad ostacoli che quotidianamente affrontava per portare messaggi ai Distaccamenti e ai Comandi partigiani nel vasto e impervio territorio che da Donato e dalla Serra si estendeva fino al Bocchetto Sessera e agli alpeggi Valsesiani, di cui ricordava sempre con particolare affetto l’Alpe del Frà. Terminata la guerra si trasferì per lavoro in Valle di Lanzo, e ritornò a Borgosesia al maturare della pensione. Da allora iniziò con lucidità, senza odio e con una spiccata avversione per le armi, a raccontare la Resistenza a generazioni di giovani di ogni ordine e grado di Scuola, con una capacità magnetica di attrarre l’attenzione e suscitare empatia. Nel maggio del 2017, all’ età di 95 anni, rilasciò un’intervista all’ ANPI Vallecervo, filmata da Pier Giorgio Clerici, che non è mai stata proiettata in pubblico. Il filmato, con la sua biografia ed alcuni episodi di vita partigiana, reca il titolo “Per me, non poteva essere che così”, una sua frase che racchiudeva tutta la modestia e l’anti-eroismo, sentimenti che l’hanno sempre sorretta. Il 18 febbraio 2020 ha concluso la sua lunga vita a Borgosesia. Ricordare lei è un modo per evidenziare il contributo fondamentale dato dalle donne alla Resistenza, che ancora oggi non è completamente stato valorizzato come si dovrebbe. (Presentazione di Luciano Guala, ANPI Vallecervo)
Mercoledì 3 luglio presso la Proloco di Sala Biellese
Appuntamento mercoledì 3 luglio, a partire dalle ore 21:00, presso il Salone della Proloco di Sala Biellese e Bornasco in via Ottavio Rivetti 3 a Sala Biellese.
Info: 340 9687191 – museoresistenzasala@gmail.com
www.casadellaresistenzasalabiellese.it
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Ardmando
29 Giugno 2024 at 7:53
Raccontare è resistere? Allora perchè questa associazione di nostalgici del comunismo non racconta gli orrori e le violenze che vennero commessi dai loro amici durante e dopo la Guerra? Perchè questi signori facenti parte di una associazione che non ha più senso di esistere non ammette che buona parte di quelli che si professavano combattenti per la libertà altro non erano che criminali o che lo sono diventati per il puro piacere di fare quello che fecero? Perchè non rinnegano l’ideologia che c’è alle spalle e si dichiarano anti comunisti, dal momento che questa fallimentare ideologia ha causato la morte di un numero di esseri umani, superiore persino a tutte le vittime sterminate dai nazifascisti? Raccontare è resistere. Allora, campioni di ipocrisia, raccontate come stanno le cose, come sono andate e abbiate il coraggio di ammettere le vostre colpe e sparire. Persino la Chiesa ha chiesto scusa per le centinaia di milioni di morti che ha causato in secoli di dittatura religiosa. Ma l’anpi no. Loro sono troppo puri e orgogliosi per rinnegare loro stessi. Loro però farebbero qualsiasi cosa per raccontare la LORO versione dei fatti. E troppe persone sono ancora troppo stupide o ignorante e danno loro ascolto.